Rumore bianco - Don DeLillo - copertina
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National Book Award - Narrativa - 1985
Rumore bianco
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Descrizione


Il "rumore bianco" del titolo è il suono che ossessiona il protagonista del romanzo: forse è una semplice emissione della "partitura panasonica" in cui siamo immersi ogni giorno, oppure un minaccioso messaggio in codice. Jack Gladney, studioso di Hitler e direttore di un dipartimento di studi hitleriani nella sua università, tiene un corso sul fascino ipnotico esercitato dai discorsi del Fuhrer, dai canti e dagli inni del Terzo Reich; e finisce per calarsi nella materia delle sue ricerche al punto di ricavarne una specie di nicchia da cui non vuole più uscire. Il romanzo è appunto lo studio di questa perversione. Sino al giorno in cui una nuvola di gas tossico lo costringe a uscire dal suo rifugio...

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in ottavo perfect 394 9788806173913 Ottimo (Fine) Libro usato proveniente da collezione privata.La copertina riporta piccole tracce d'uso. Le pagine risultano lievemente imbrunite dal tempo. All'interno in ottime condizioni..

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Rumore bianco

Dettagli

Tascabile
394 p.
9788806173913

Valutazioni e recensioni

  • Premettendo, per onestà intellettuale, di non essere un grande estimatore della letteratura americana, ogni mia riluttanza ha ceduto davanti a questo libro. Pubblicato nel 1985, è più che mai attuale e le sue innumerevoli istanze non fanno che ribadire la parola d'ordine della società moderna: delirio rispettabile o meglio cancrena ideologica. De Lillo riesce con feroce discrezione a imbastire la "commedia umana" della fine del ventesimo secolo, peccato che in questo caso invece che di commedia sarebbe più esatto parlare di follia, portata alla luce con maestria allucinante in un grottesco ritratto dell'America contemporanea. Durante la lettura la sensazione è quella di camminare per le strade di una società che non vive ma vegeta in uno stato di oppiacea incoscienza, consapevole della propria abiezione ma priva della forza di rifiutarla. Il risultato è senza dubbio straordinario, l'unica pecca consiste nel fatto che questo senso di assurdo, che pervade il libro, rende la lettura straniante, necessariamente straniante, ma di conseguenza non sempre piacevole.

  • Enrico Caramuscio

    Le nobili intenzioni di DeLillo di mettere in evidenza i difetti di una società contemporanea fin troppo legata al materialismo e al consumismo vanno a cozzare contro una trama confusionaria e poco interessante e a personaggi privi di carisma e personalità. Le stesse critiche al mondo moderno sembrano retoriche e banali e peccano di saccenteria, inoltre non vengono sviluppate a pieno e restano a galleggiare nella confusione generale. Un vero peccato perché gli elementi per un buon libro non mancano. In una cittadina della provincia americana troviamo una famiglia eterogenea, dove i genitori vengono da diversi matrimoni falliti e vivono in un intreccio di figli provenienti da queste varie unioni, in una casa che somiglia ad un porto di mare, dove l’importanza del proprio status quo la fa da padrona. Ma le certezze legate al lavoro, agli affetti, alla sicurezza economica affondano di punto in bianco quando irrompe un disastro naturale scatenando un turbine di paure e sospetti e portando a galla impensabili timori e sconcertanti verità che sfociano in drammatiche conseguenze. Purtroppo l’autore sembra perdere di mano la trama, rimbalza confusamente da un fatto all’altro, da una paura ad una certezza, da personaggi che per un attimo sembrano pienamente sicuri di se per poi perdersi un secondo dopo in banali paure e clamorose contraddizioni. Si salva un po’ lo stile, grazie ad una prosa tutto sommato interessante, briosa e piacevole con qualche sprazzo virtuoso. Ma lo stile non basta a coprire le lacune di un libro pretenzioso ma notevolmente privo di charme e di contenuti.

  • Marco Busatto

    Una fitta trama costituita da fili, parole, frasi, rumori che non permette una completa immersione. Si resta fermi sul bordo a spiarne i dialoghi. Freddi, distanti, curiosi spettatori di una storia che si svolge ai margini della periferia culturale americana, lontana. Sprazzi di scintillante letteratura + alcune frecce velenose + brevi luoghi comuni. voto: buono++

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Don DeLillo

1936, New York

Nato e cresciuto nel Bronx, allora abitato in gran parte da italoamericani, frequenta scuole cattoliche fino agli studi universitari; l'influenza degli studi cattolici traspare in molti dei suoi scritti e principalmente in Underworld (1997).Finiti gli studi, inizia a lavorare come pubblicitario e ad interessarsi di arte e musica, particolarmente al jazz e alla scrittura. Nel 1971 pubblica il suo primo romanzo, Americana, tradotto in italiano solo nel 2000. Nel 1972 pubblica End Zone e l’anno successivo Great Jones Street (tradotto in italiano nel 1997) che narra di un artista rock ritiratosi a vivere in un ambiente spoglio.Alla fine degli anni Settanta intraprende un lungo viaggio formativo in Medio Oriente e in India, successivamente si trasferisce in Grecia dove vive per tre anni e...

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