Bellissimi racconti, metto 4 stelle perché ho apprezzato leggermente di meno il racconto di De cataldo, rispetto agli altri due.
Da Dostoevskij a Kafka, da Manzoni a Sciascia, giudici e giustizia hanno segnato la fantasia dei grandi scrittori. Le tre storie di questo libro ne mostrano tutta la forza e l’attualità.
Tre fra i piú importanti narratori italiani si confrontano con una figura centrale della nostra società: il giudice. E provano a indagarne i punti di crisi, di conflitto, di tensione. Camilleri mette in scena un giudice catapultato da Torino in Sicilia poco dopo l’Unità d’Italia. Il suo candore gli impedisce di vedere i pericoli che lo minacciano e per questo, suo malgrado, lui diventa un esempio di coraggio estremo, una leggenda nell’amministrazione della giustizia. De Cataldo ambienta la storia nell’Italia di oggi e racconta in chiave ironica la dannazione della giustizia – e allo stesso tempo la sua necessità – vista dalla camera di consiglio di un’aula di corte d’assise. Lucarelli narra la storia di un giudice dal punto di vista di un poliziotto della sua scorta, assegnata senza che il giudice ne avesse bisogno. Almeno cosí sembra, prima che inizino ad accadere strani episodi e tutti comincino ad avere paura...
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Anno edizione:2011
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Luigi 21 marzo 2022Tutto d'un fiato
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Tre diversi autori che svolgono lo stesso tema in maniera completamente diversa, ma tutti e tre con un ottimo risultato. A mio parere il migliore è comunque il primo. Un Camilleri ironico e surreale che ci riporta i primordi dell’Unità d’Italia in cui la mafia era già un problema da combattere o da ignorare a seconda degli atteggiamenti. Ma in questo caso l’integerrimo giudice Surra risolverà il dilemma in un modo del tutto personale: combatterà la mafia ignorandola. Nel secondo racconto Lucarelli ci porta nei primi anni ’80 segnati dalle stragi di stato in cui una giovane giudice (la bambina nel titolo) è vittima di un attentato in cui rischia di essere uccisa. A salvarla è un attempato poliziotto, la sua guardia del corpo, che non capisce più da chi deve difenderla. Chi sono i buoni e chi i cattivi. Ed anche la giudice bambina dovrà capire di chi fidarsi e chi combattere e chi sta dalla parte di quello Stato che ha giurato di difendere. Quello di De Cataldo, forse il meno riuscito dei tre, è invece un racconto onirico in cui i sogni, o meglio gli incubi di un procuratore, sono abitati dal suo antico compagno di scuola che da bullo di paese ne è diventato il sindaco affarista e disonesto. Ma sempre capace di cavarsela in ogni situazione riscuotendo l’ammirazione generale. Ma chi sarà il vero vincitore e chi lo sconfitto in questo gioco che dura da quarant’anni ? E qual è il sogno e quale la realtà?
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LUCIA ARICO' 30 dicembre 2011
Ho acquistato il libro perchè seguo Camilleri da sempre e non posso fare a meno di acquistare ciò che produce. I tre racconti sono lievi e piacevoli, ma preferisco storie più corpose e complesse : i testi brevi sono per me come un bicchier d'acqua dopo una totale disadratazione da traversata nel deserto!
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