Pastorale americana - Philip Roth - copertina
Pastorale americana - Philip Roth - 2
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Premio Pulitzer - Narrativa - 1998
Pastorale americana
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Descrizione


Vincitore premio Pulitzer per la narrativa 1998

Un libro che demolisce ogni stereotipo sulla grandezza dell'America e getta una luce sinistra sui suoi valori fondanti. La guerra, la famiglia, il fanatismo, la crisi, sono raccontati da Philip Roth con profondo acume. Un libro che è stato definito da tutti "Il grande romanzo americano". E lo è.

«"Pastorale americana" è un romanzo di quattrocento pagine che finisce con un punto interrogativo. Questo è ciò che lo rende grande?»The New Yorker

Seymour Levov è alto, biondo, atletico: al liceo lo chiamano «lo Svedese». Ebreo benestante e integrato, ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e di gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam, esplose negli Stati Uniti, non coinvolgono anche lui, e nel modo più devastante: attraverso l'adorata figlia Merry, decisa a «portare la guerra in casa». Letteralmente. Ma Pastorale americana non si esaurisce nell'allegoria politica; è un libro sulla vecchiaia, sulla memoria, sull'intollerabilità di certi ricordi. Lo scrittore Nathan Zuckerman, fin dall'adolescenza affascinato dalla vincente solarità dello Svedese, sente la necessità di narrarne la caduta. E ciò che racconta è il rovesciamento della pastorale americana: un grottesco Giudizio Universale in cui i Levov, e i lettori, assistono al crollo dell'utopia dei giusti, al trionfo della rabbia cieca e innata dell'America.

Dettagli

Tascabile
8 ottobre 2013
462 p., Brossura
American Pastoral
9788806218034

Parola di Librai

Enrica Feltrinelli Village FL - Novate

Pastorale americana

Che cosa può succedere in una famiglia quando le nuove generazioni non si riconoscono più e non condividono più i valori in cui sono state cresciute quelle precedenti? Ebbene inevitabilmente si crea una spaccatura, ma la spaccatura di cui ci racconta Philip Roth in questo libro, "Pastorale americana" Einaudi editore, è tra le più tragiche che si potrebbero immaginare. Mary Levov è un'esponente della quarta generazione di questa famiglia, i Levov, immigrati ebrei negli Stati Uniti circa negli anni '30 del '900, che dal nulla sono riusciti a costruire un impero. In qualche modo si può dire che hanno incarnato davvero l'illusione, che nel loro caso illusione non era, del grande sogno americano. Ma il mondo in cui vive Mary non assomiglia in nessun modo a quello in cui vivevano i suoi genitori, e ancora prima i suoi nonni: l'America degli anni '60 e '70 è molto diversa e ha ormai svelato tutta l'ipocrisia e le falsità che ci sono dietro al grande sogno americano. Mary quindi, impossibilitata a trovare una forma di dialogo con il padre molto rigido, che pretende che lei sia grata di tutto quello che i genitori hanno fatto, e ancora prima i suoi nonni, per arrivare nella medio-alta borghesia americana, decide di scegliere la soluzione più estrema per mandare un messaggio alla sua famiglia, scappando da casa.

Enrica Feltrinelli Village FL - Novate

Valutazioni e recensioni

  • Fabio
    Bellissimo

    L'autore mette a nudo le contraddizioni della societa' americana, perbenista e puritana, e lo fa iscenando la tragedia della famiglia Levov che, nonostante una apparente solidita' di facciata, e' in realta' una bomba pronta ad esplodere. Qualche digressione di troppo interrompe il pathos narrativo ma e' un gran libro che mostra che dietro le maschere esemplari che indossiamo si possono spesso nascondere disagi e drammi inespressi che possono sfociare in rabbia e violenza.

  • chiara
    delusione

    Credevo meglio, decisamente. Alla fine però l’ho trovato un romanzo estremamente banale e scontato. Scritto molto bene ma nulla di più. Nessun personaggio mi ha colpito particolarmente. A tratti (parecchi) il libro è noioso, periodi lunghissimi e inutili. Dialoghi che stentano a partire. Il primo capitolo è privo di scopo e mi stava facendo chiudere il libro. Ho resistito perché non è mia abitudine non finire i libri ma ho fatto fatica. Confermo che i premi non fanno i romanzi.

  • Maria
    Romanzo straordinario e strano allo stesso tu

    È il primo romanzo che leggo dell’autore. Le prime 100 pagine sono un po’ lente e noiose e poi si entra in un vortice che appassiona il lettore e lo induce a leggere d ‘un fiato tutto il resto del libro. È quasi la psicoanalisi del protagonista che cerca di capire le motivazioni che hanno indotto la figlia a diventare una terrorista assassina , ed è anche un’analisi della società e del mito americano di volercela fare anche nel rispetto dei valori etici del lavoro e del rispetto degli altri ma che produce storture . Il protagonista capisce alla fine che la sua vita ispirata a valori solidi ed importanti è scollegata dalla realtà che invece è falsa e dove gli altri personaggi nascondono segreti . Il libro è veramente straordinario nella scrittura complessa ( periodi molto lunghi ed articolati ) e nell’analisi dei vari personaggi ( in particolare del protagonista) è strano per le sue continue digressioni che rendono difficile cogliere il filo principale

Conosci l'autore

Foto di Philip Roth

Philip Roth

1933, Newark, New Jersey

Philip Roth (Newark 1933 - Manhattan 2018) è stato uno scrittore statunitense. Figlio di ebrei piccolo-borghesi rigorosamente osservanti, ha fatto oggetto della sua narrativa la condizione ebraica, proiettata nel contesto urbano dell’America dell’opulenza. I suoi personaggi appaiono vanamente tesi a liberarsi delle memorie etniche e familiari per immergersi nell’oblio dell’attualità americana: di qui la violenta carica comica, ironica o grottesca, che investe anche le loro angosce. Dopo un primo, felice romanzo breve, Addio, Columbus (1959), e i meno incisivi Lasciarsi andare (1962) e Quando Lucy era buona (1967), Roth ha ottenuto la celebrità con Lamento di Portnoy (1969).Dopo Il grande romanzo americano (1973, riedito in Italia da Einaudi nel...

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