La scrittura non è semplice ed è composta per lo più da dialoghi pressoché insensati. O meglio, apparentemente tali. Gli Yuppies parlano sempre delle stesse cose. Ristoranti, donne, ristoranti, donne, soldi. Non si capisce chi dice cosa. Ogni tanto sbuca fuori un nuovo soggetto. Nessuno ha un’identità marcata. A volte una persona viene confusa del tutto per un’altra, tanto sono impersonali. La superficialità e la spersonificazione del mondo di Wall Street è la denuncia di questo libro che contrappone a questo piattume apatico e senza personalità, eventi incredibilmente estremi e forti come gli omicidi efferati commessi dal protagonista che, incredibilmente, rimangono invisibili al mondo. a nessuno interessa. Sono omicidi in pieno giorno, sono omicidi che lasciano tracce e sangue. In questo romanzo non ci sono tracce di affetto , né sentimenti, gli stessi che Bateman, nella sua solitaria follia, esplicitamente desidera. Rimane fino alla fine il dubbio che sia tutto frutto della fantasia del protagonista.
American psycho
Un romanzo insieme terribile e comico.
Patrick Bateman è giovane, bello, ricco. Vive a Manhattan, lavora a Wall Street, e con i colleghi Timothy Price, David Van Patten e Craig McDermott frequenta i locali più alla moda, le palestre più esclusive e le toilette dove gira la miglior cocaina della città, discutendo di nuovi ristoranti, cameriere corpoduro ed eleganza maschile. Secondo Evelyn Richards, la sua giovane, bella e ricca fidanzata, Patrick Bateman è «il ragazzo della porta accanto». Ma la vita del protagonista di Amrican Psycho è scandita da altre ossessioni. Quando le tenebre scendono su New York, Patrick si trasforma in un torturatore omicida, freddo, metodico, spietato. Al punto da incarnare l'orrore. Con American Psycho Bret Easton Ellis ha scritto il libro che meglio di ogni altro racconta gli anni Ottanta. Un decennio che, ora lo sappiamo, non è stato semplicemente una parentesi, ma l'inizio di qualcosa. Così, questo viaggio senza ritorno nella follia e nella spersonalizzazione a base di immagini patinate e ultraviolenza non ci parla solo di un «eroe» e del suo tempo, ma finisce per rappresentare noi stessi e i nostri giorni. E anche quelli che verranno. (Giuseppe Culicchia)
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ilaria 05 agosto 2025sotto la superficie
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Salem 24 luglio 2025American spycho
“(…)io semplicemente sono altro. È dura per me avere un senso, a qualsiasi livello. Io sono un prodotto, un’aberrazione. Sono un essere umano non accidentale. La mia personalità è abbozzata, informe, la mia crudeltà è radicata e persistente. La mia coscienza, la mia pietà, le mie speranze sono scomparse tanto tempo fa (probabilmente a Harvard) ammesso che siano mai esistite. Non ci sono piú barriere da superare. Non me ne importa nulla di tutto quello che ho in comune con i pazzi e i deliranti, con i perversi e i malvagi, sono oltre tutto il dolore che ho causato e anche oltre la totale indifferenza che ho provato. Ciò nonostante, mi tengo ancora saldo a un’unica, squallida verità: non si salva nessuno, non c’è redenzione per nessuno. Dunque non mi si può biasimare”….INDIMENTICABILE…
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Sunshine 27 giugno 2025Geniale
Uno spaccato crudo, irriverente, disturbante dei giovani rampanti americani
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