Racconti molto diversi tra loro, ma che fanno emergere la bravura della munro che sa essere equilibrista tra profondità e leggerezza. L ultimo racconto, che dà il titolo al libro è un gioiello.
Troppa felicità
Gioca a shanghai con le sue storie, Alice Munro, da sempre. Getta sulla pagina posti, alberi, situazioni e donne, cucine, abiti e animali, e con mano ferma se li riprende, li riordina provvisoriamente dentro la storia successiva, di raccolta in raccolta. Intanto passano gli anni e le verità che accendono improvvise i suoi racconti si sono fatte longeve. Non perché durino, ma perché non smettono di accendersi di nuovo, emanando altra luce, un'altra luce. Con "Troppa felicità", tuttavia, il lettore avverte il passaggio in corsa di un'elettricità inedita, una scarica di tremenda libertà. Queste storie sembrano spingersi un passo oltre il segreto contenuto in storie passate, e non per consumarlo rivelandolo, ma per complicarne l'esito a partire dalla consapevolezza temeraria della vecchiaia. E se altrove l'immaginazione aveva provato a raffigurarsi l'orrore della morte di un bambino, qui i figli a morire sono tre, e a ucciderli è il padre. Se altrove una madre imparava a sopportare l'abbandono della figlia, qui all'abbandono del figlio segue il coraggio di rappresentare l'incontro, anni dopo, con uno sconosciuto di cui un tempo si conosceva a memoria ogni millimetro di intimità. Se altrove la fragile e caparbia convenzionalità dell'infanzia coagulava in dispetti odiosi ai danni di una qualsiasi creatura debole, qui tocca il fondo di una banalità del male senza scampo.
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Fabio 30 dicembre 2024Racconti da nobel
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È la prima volta che leggo una raccolta di racconti, pensavo non fosse una tipologia di lettura congeniale ai miei gusti, io solitamente tendo ad affezionarmi ai personaggi, a provarne empatia o a detestarli, cosa che non credevo possibile per una raccolta. Questo libro della Munro invece mi ha spiazzato, e riuscito a coinvolgermi. Ogni racconto ha in comune una tematica: il dolore, il dolore nei suoi aspetti più crudi e devastanti, le storie raccontate sono storie di vita vissuta, realistiche così come i personaggi. Il racconto bambinate personalmente è il mio preferito, a distanza di tempo continuo a pensarci e rifletterci.. Leggetelo, anche solo per la scrittura magistrale della Munro.
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