Abbott è vissuto in un periodo storico in cui c’era molto fermento nel campo della scienza, sia per le novità portate dalle rivoluzioni industriali sia per la miriade di scoperte scientifiche. Narra le vicende di un quadrato bidimensionale (che vive a Flatlandia, appunto) che scopre le meraviglie dei Solidi Tridimensionali: da quel momento in poi, da quando una Sfera lo ha introdotto a Spaziolandia, non potrà più farsi una ragione di vivere in un mondo piatto e scialbo a due dimensioni. È un pamphlet abbastanza aggressivo verso la società vittoriana in cui viveva Abbott, criticando la chiusura mentale dell’epoca, la posizione quasi inutile della donna in società (non nego che mi ribolliva il sangue ogni volta che descriveva la donna come una semplice Linea Retta, quasi priva di intelletto) e la difficoltà nel poter esprimere le proprie idee senza avere ripercussioni. Nonostante ci siano molte descrizioni geometriche, ho fatto pochissima fatica a seguire il discorso (ho una formazione prettamente classica e artistica, ho detto tutto) e sono riuscita molto bene a visualizzare a mente tutto quanto. Ammetto di essermi fermata un attimo con qualche passaggio, ma questo più che altro è dovuto dall’assurdità e dalla genialità della storia narrata. Complice sia il linguaggio elementare usato da Abbott, sia la traduzione molto chiara, è stata una lettura alquanto scorrevole. Consigliato a chiunque abbia voglia di uscire per un po’ dai soliti schemi narrativi.
Flatlandia. Storia fantastica a più dimensioni
"Flatlandia" è stato pubblicato anonimo nel 1882. Abbott vuole spiegare la natura delle tre dimensioni che conosciamo, in modo da prepararci all'eventualità di una quarta dimensione, ancora sconosciuta. Così immagina un mondo a due dimensioni, Flatlandia, dove la terza dimensione è inconcepibile. Ma che cosa succede se un abitante di Flatlandia si rende conto che un'altra dimensione è, non solo concepibile, ma addirittura esistente? Al suo primo apparire, l'opera di Abbott non riscosse particolare attenzione. Ma è nel 1920, nel secolo di Einstein, che inizia ad attirare l'interesse di molti per l'evidente analogia con lo sforzo di comprensione che la teoria einsteiniana portava con sé. Come è noto, infatti, la teoria della relatività aggiunge una quarta dimensione, il tempo. Da allora questo libro è diventato un classico della letteratura, contaminata con la scienza. Prefazione di Claudio Bartocci.
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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silvia_redfox 31 ottobre 2021Decisamente uno dei libri più strani che abbia mai letto!
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FLATLANDIA (1884): piu' o meno contemporaneo a lewis Carroll (Alice...) e successivo a Swift (Gulliver), e' altrettanto fantasioso ma piu' scientifico: dalla descrizione dei mondi a una (lineland) a due (flatland) a tre (spaceland) dimensioni, ipotizza ulteriori dimensioni (pre-teoria della relativita'). Divertenti i rapporti tra i sessi e la gerachia delle forme, innovativa la sensorialita' basata su suoni e colori. E, per finire, il protagonista, che e' l'unico ad attraversare e conoscere i diversi mondi, finisce in prigione del proprio !!!
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Paola Frosali 28 novembre 2017
Questo libriccino è geniale, dalla prima all'ultima pagina. Permette di capire la bellezza del concetto di una, due, tre dimensioni e anche più, ma soprattutto è un inno all'immaginazione. Con una fantasia unica, Abbott, riesce a delineare ben tre mondi esilaranti e affascinanti: Flatlandia in primis, ma anche linealandia e puntolandia. Se amate la matematica e la geometria dovete leggerlo per forza, se invece non le amate, dovete leggerlo comunque!!
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