Pienamente condivisibile il messaggio, ma la storia è troppo banale e povera.
La fine della ragione
È un mondo in cui hanno vinto loro. In cui le frontiere sono chiuse, perché gli immigrati vanno aiutati a casa loro. In cui nei cieli non volano più aerei, perché le scie chimiche ci avvelenano e perché, comunque, dove dovremmo andare?
«La scienza è diventata un crimine. La vera medicina è stata bandita. Hanno vinto "loro". Ma una madre non si arrende. Non ancora.»
Una “brava persona” è quella che rimane a casa sua a fare la sua parte. Un mondo dove gli insegnanti sono nemici del popolo, perché tramandano le nozioni sbagliate. Un mondo dove i panni si lavano con i sassi e dove gli organi di informazione non esistono più, perché mentono. Un nuovo medioevo culturale e sociale. L’oscurantismo. In questo scenario, La fine della ragione racconta la storia di una madre con un figlio malato, trattata come un’eretica, perché alla ricerca dei perduti “bacini” (cioè, i vaccini).
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Autore:
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Anno edizione:2018

La fine della ragione
Vaccini, sì, vaccini, un tema tutt'ora molto dibattuto e Roberto Recchioni, uno dei Maestri del fumetto italiano, prende certamente posizione e lo fa con "La fine della ragione" per le edizioni Feltrinelli Comics. Ci illustra una società ormai allo sbando, un ritorno al Medioevo in cui si mettono in discussione le nozioni ormai assimilate nel corso dei secoli a partire dalla scuola; questa in verità è la storia di una madre che ha una figlia gravemente malata e si mette alla ricerca degli ultimi veri medici rimasti ormai banditi dalla società.


Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LakesMeadow 13 marzo 2022
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Luca Bruzzone 10 novembre 2019
A parte il fatto che si legge in pochi minuti, il che in caso di un capolavoro potrebbe anche essere trascurabile, è un'accozzaglia di luoghi comuni che contrappone al "gentismo" un "antigentismo" che altro non è se non la stessa zuppa per fanatici, solo della sponda opposta a quella che crede di stigmatizzare. Insomma, il manifesto dei poveracci che si sentono qualcuno perché additano gli altri, ma sono fatti esattamente della stessa pasta di coloro i quali criticano. Inconsapevolmente autoironico.
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STEFANO CAVUOTI 08 luglio 2019
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