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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
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In una casa sul mare circondata dai fiori vivono una breve e tragica estate Yuko, che si prende cura del marito semiparalizzato e muto, e il giovane e vigoroso Koji.
Quest'ultimo è appena uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna a due anni proprio per aver ferito gravemente al capo il marito di Yuko, della quale il giovane si era perdutamente invaghito.
Alcune settimane trascorrono in una crescente tensione perché gli amanti, apparentemente padroni della situazione, in realtà sono ossessionati dalla presenza silenziosa e rassegnata del marito, che suscita in loro sentimenti misti di pietà, rimorso e odio: non sopportano il sospetto di essere guardati come due animali che si trastullino, innocentemente felici. Il monologo col quale Koji si rivolge all'invalido, come per rimuovere la maledizione che grava su quell'amore, fa precipitare il trio verso il compimento di un delitto che sembra rispondere a un segreto desiderio di espiazione e di morte.
Vissuta sullo sfondo di una natura idilliaca, tra le spiagge e le pinete della penisola di Izu, questa storia di un eros appassionato che conduce irragionevolmente alla rovina acquista un'aura di essenzialità e fatalità che è stata paragonata da molti a quella propria della tragedia greca.
Mishima indugiò nel comporre il fortissimo epilogo: la notte del capodanno del 1961, a Milano, dopo aver ascoltato il "Fidelio" di Beethoven alla Scala, scrisse di getto l'ultimo capitolo, degno di coronamento di uno dei suoi romanzi più significativi.
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La maturità delle opere di Mishima è sconcertante. Fin da giovanissimo, racconta il disincanto con la saggezza amara degli antichi, non con quella acida e sotto sotto invidiosa dei vecchi che la vita la criticano perché non possono succhiarla quasi più. In Mishima la tristezza ha la sua dignità e non la sua marchetta pietistica, il dolore è fiero e non appariscente per vanità. Gli uomini sono vinti e avvinti dalle donne e talvolta si rifugiano in altri uomini per cercare riparo in una medietà riposante, lontana dai continui abissi umidi e dalle continue vette ventose che formano il carattere delle donne, tutte tragiche come il manifestarsi di un destino - biologico? - da rinnegare.
Ho qualche difficoltà con gli autori giapponesi,poiché non riesco ad immedesimarmi completamente nella psicologia dei personaggi.Questa volta però devo dire che è stato diverso, e nonostante la prosa un po' manierata e la contemplazione estetica della natura a tratti un po' sdolcinata,il libro mi è piaciuto. Mi hanno trascinato avanti,curiosa e impaziente di sapere come si sarebbe svolto l'epilogo della vicenda,la tensione del dramma imminente,annunciato subito dalle prime pagine. E' una storia di amore e di possesso che trova soluzione in un'unica azione possibile:la completa accettazione della tragedia da parte dei suoi protagonisti,siano essi vittime o carnefice a seconda del momento. Il romanzo si risolve in un circolo : nell'inizio è descritta la fine e la fine riporta all'inizio, quindi attenzione al primo capitolo.
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