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Anno edizione: 2013
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Oggi vi vorrei parlare di Paolo Rumiz e la sua "Leggenda dei Monti naviganti", edito Feltrinelli. Rumiz è un inviato storico in teatri di guerra per la Repubblica e un grande appassionato viaggiatore. In questo caso ci vuole porre una domanda e cioè: che cosa sono le Alpi e gli Appennini se non le prime terre emerse? Proprio come terre emerse lui affronta le cime e le vallate come se fossero delle insenature o dei porti più o meno sicuri, lontano dalla pianura, dal suo caos, dalle sue luci al neon. Incontra le genti di questi territori straordinari per catturare la vera essenza dei Monti, degli Appennini e dell'Italia più autentica.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
il libro è un viaggio che dall'Istria vi porta a Scilla e Cariddi, profonde riflessioni sulla devastazione umana dell'ambiente, su questo correre per autostrade inseguendo il tempo quando ci sono bellissime e poco frequentate strade da percorrere assaporando gli odori ed i dettagli. Mirabile il viaggio dalla Liguria alla Calabria a bordo di una Topolino del 1954.... splendido e prezioso libro per chi vuole riscoprire territori dimenticati.
Un'Italia minore che va scoperta prima che scompaia del tutto. Non è forse il miglior libro di Rumiz, E' meno compatto di Come cavalli che dormono in piedi, ma ha alcuni capitoli straordinari per descrivere e far vivere i luoghi dell'Italia di montagna, sia delle Alpi che degli Appennini. Più "episodica" la parte che riguarda le alpi, più continua quella dedicata agli Appennini. Qualche volta affiora un ambientalismo al limite dell'ideologia, ma siccome l'autore è uomo di grande intelligenza e passione le sue prese di posizione fanno sempre riflettere. E il libro fa tanto più effetto perché racconta luoghi visitati solo qualche anno fa e già scomparsi: penso in primo luogo ad Amatrice, ma anche altri villaggi o borghi hanno cambiato aspetto nel frattempo. Un viaggio appassionato, che a volta fa commuovere e più spesso fa desiderare di essere lì.
Un'Italia minore che va scoperta prima che scompaia del tutto. Non è forse il miglior libro di Rumiz, E' meno compatto di Come cavalli che dormono in piedi, ma ha alcuni capitoli straordinari per descrivere e far vivere i luoghi dell'Italia di montagna, sia delle Alpi che degli Appennini. Più "episodica" la parte che riguarda le alpi, più continua quella dedicata agli Appennini. Qualche volta affiora un ambientalismo al limite dell'ideologia, ma siccome l'autore è uomo di grande intelligenza e passione le sue prese di posizione fanno sempre riflettere. E il libro fa tanto più effetto perché racconta luoghi visitati solo qualche anno fa e già scomparsi: penso in primo luogo ad Amatrice, ma anche altri villaggi o borghi hanno cambiato aspetto nel frattempo. Un viaggio appassionato, che a volta fa commuovere e più spesso fa desiderare di essere lì.
Recensioni
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