Lettura scorrevole, coinvolgete, un bel modo d’interpretare la vita e la solitudine.
Kitchen
"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina...". Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, "Kitchen". Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. Così il padre del giovane amico Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all'attenzione del pubblico italiano mostrando un'immagine insolita del Giappone , con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.
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Edizione:40
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Anno edizione:2014
Kitchen
Oggi voglio consigliarvi un volume di Banana Yoshimoto, "Kitchen", edito da Feltrinelli. In questo libro Yoshimoto ci narra le avventure di una ragazza, Mikage, rimasta orfana; Mikage ambienta le sue avventure in una cucina. In questa stanza i personaggi reali sono inseriti all'interno di storie inventate, e non importa se la cucina sia nuova, vecchia, reale, inventata, sporca, traslucida; l'importante è che la cucina sia il teatro delle sue avventure. Questo libro ci fa scoprire un Giappone che normalmente non conosciamo, ma anche la solitudine giovanile. Consiglio questa lettura perché è una speranza per il futuro e per la solitudine. Buona lettura!

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Anna 10 luglio 2025consigliato
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Laura 25 giugno 2025Delicato e profondo
Un romanzo delicato e poetico che esplora il dolore, l'amore e la solitudine con una scrittura semplice ma intensa. La protagonista, Mikage, affronta la perdita e la rinascita in un Giappone moderno e malinconico. "Kitchen" è una lettura breve ma profonda, capace di toccare corde emotive con grande sensibilità. Consigliato a chi cerca storie intime, introspettive e leggere solo in apparenza.
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Angel 27 maggio 2025Un manga senza disegni
Kitchen giaceva sulla mia libreria da più di un anno (ho la “pessima” abitudine di comprare libri che leggerò solo dopo mesi) e, dovendo fare un viaggio in treno di 3 ore, ho deciso di portarlo con me per leggerlo un po’. Quell’ “un po’” è diventato poi “tutto d’un fiato”. Mi sono immerso tra le pagine di questo romanzo e mi sono trovato, senza preavviso, nella Tokyo di fine anni ‘80, quella che ho imparato a conoscere solo attraverso i manga e gli anime, di cui mi nutro quotidianamente. Leggendo questo libro, non solo ho vissuto le gioie e i dubbi di Mikage, ma anche la paura della solitudine e la voglia di scappare provate sia da lei che da Yoichi. Come descritto nella postfazione di Giorgio Amitrano, questo romanzo è un shojo in versione puramente narrativa, dove sta al lettore immaginarsi le immagini e i disegni. E così, almeno per me, è stato.
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