"Faccio rispettosamente notare", l'espressione formale di deferenza con cui i soldati dell'imperial-regio esercito si rivolgono agli ufficiali capovolge di significato in bocca al protagonista. Con uno stile molto particolare, l'autore descrive, dalla prospettiva ceca, l'assurdità della prima guerra mondiale, ridicolizzando l'imperial-regio esercito. Il fante Sc'vèik, seguendo pedissequamente e letteralmente qualsivoglia ordine gli venga impartito lo rende grottesco. In un susseguirsi di episodi, farciti di bizzarri ed irriverenti aneddoti a prima vista innocui, il lettore accompagna Sc'vèik nella sua personale odissea verso il fronte. Fronte che non vedrà mai perché la morte dell'autore lascia incompiuto il romanzo. Ma questo rende ancora più interessante il romanzo, perché è il lettore che deve interpretare la figura di Sc'vèik: un "cretino nato", come definito dalle gerarchie militari, o uno scaltro dissacratore del sistema?
Il buon soldato Sc'vèik
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"Una grande epoca esige grandi uomini. Vi sono degli eroi ignorati e oscuri... l'esame della cui indole darebbe ombra perfino alla gloria d'Alessandro Magno. Oggigiorno si può incontrare per le vie di Praga un uomo trasandato, che non sa quanta importanza abbia avuto la propria opera nella storia di un'epoca grande e nuova come questa. Egli percorre tranquillamente la sua strada, senza che nessuno gli dia noia e senza dar noia a nessuno, e senza essere assediato da giornalisti che gli chiedano un'intervista. Se gli domandaste come si chiama, vi risponderebbe con l'aria più semplice e più naturale del mondo: 'Io son quello Sc'vèik...'" Con queste parole Jaroslav Hasek (1883-1923) presentava l'umile e grottesco eroe del suo romanzo, il bonario allevatore e mercante di cani, strappato alle sue pacifiche occupazioni e mandato a combattere in difesa dell'impero austro-ungarico nella Prima guerra mondiale. Preso nel vortice di avvenimenti che vanno molto oltre le sue capacità di comprensione, Sc'vèik si destreggia con un misto d'ingenuità e di furbizia, forte di quella sua obbedienza assoluta alla lettera degli ordini ricevuti che porta all'assurdo e dissolve nel ridicolo ogni autorità. Nel buon soldato Sc'vèik i lettori di tutto il mondo hanno riconosciuto un eroe sovrannazionale, il campione di un irriducibile pacifismo e antimilitarismo e un simbolo dell'inalienabilità dei diritti dell'individuo contro ogni tutela e usurpazione dittatoriale.
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Autore:
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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alias_Riccio 17 marzo 2025"Faccio rispettosamente notare"
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Veruska 28 gennaio 2022Geniale
Le disavventure (e avventure) di un personaggio esilarante che si muove in un sistema burocratico, mediocre, debole e... terribilmente attuale.
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