Dino Campana (1885-1932).definito il > ed il Rimbaud italiano, soffre di nevrastenia. Questa malattia, influenza tutta la sua vita sia dal punto di vista relazionale che produttivo. Viaggia moltissimo non solo in Italia ma anche all'estero. Non è un caso che il suo componimento più bello, secondo il mio modesto parere, sia Viaggio a Montevideo. Questo componimento fa parte dei Canti orfici. Campana nel 1913 si presenta a La voce, i cui redattori erano Soffici e Papini, per presentargli il volume. Passa qualche tempo ed al poeta non viene data una risposta, dunque il poeta ritorna e gli dicono che non sono interessati. Il poeta chiede che il manoscritto gli sia restituito ma non viene più ritrovato. L'anno successivo, il 1914, il poeta riscrive i componimenti e pubblica i Canti orfici a sue spese. Lui poeta visionario, onirico; utilizza l'aspetto onirico dovuto proprio dall'orfismo. È proprio grazie a questa componente che utilizza il porto, la luce, l' ambientazione notturna. I canti orfici vengono tradotti in inglese, tedesco, rumeno, croato, francese, spagnolo. Sibilla Aleramo, vero nome Rina Faccio (1876-1960). Scrittrice e donna dotata di grandissima sensibilità ed intelligenza (entrambe le doti si percepiscono all'interno del carteggio). L'Aleramo cerca di stare vicino a Campana il più possibile. Il carteggio è di una bellezza indescrivibile, così come il loro amore
Un viaggio chiamato amore. Lettere (1916-1918)
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Passioni e sentimenti, paure, tenerezze, invocazioni, tradimenti, ricongiungimenti, botte e minacce, miseria e malattia: tutto sotto "Un cielo fatto solo d'amore". È l'incontro di Dino Campana con Sibilla Aleramo, incontro straordinario, come le lettere che i due amanti si scrissero. Ogni pagina di questo carteggio è un viaggio, esaltante e senza soste, che ha inizio sotto il sole infuocato dell'agosto 1916, fra la vera montagna dei solitari e la pura bellezza dei grandi boschi e prosegue serenamente negli ultimi splendori della bella stagione a Faenza e Marradi, fino a quando il "vento iemale" non li trascina in paesi sperduti dell'Appennino, dove il freddo morde ancora più che nelle soffitte dei lungarni e nelle ville sulle colline di Firenze che li accoglieranno. Il percorso si fa tortuoso come le vicende alle quali si assiste, segnato da un continuo andirivieni fra Pisa, Livorno, Firenze, Sorrento. È ormai il 1917: sullo sfondo l'anno più duro della guerra, in primo piano i due amanti e il loro disperato tentativo di trovarsi e abbandonarsi, affidato ormai soltanto alle lettere che si incrociano tra la Toscana e il Piemonte. Poi, nel gennaio del 1918, davanti al cancello del manicomio di San Salvi, il viaggio si interrompe. I Canti Orfici, unica e grande opera di Campana, lo manterrà vivo oltre la morte, avvenuta dopo un internamento di quattordici anni. Sibilla Aleramo, che trasformò la sua lunga vita in letteratura, mai riuscì a raccontare...
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Anno edizione:2015
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MarioM35 11 dicembre 2024Aleramo e Campana: il carteggio più bello della letteratura italiana"
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