Un viaggio chiamato amore. Lettere (1916-1918) - Sibilla Aleramo,Dino Campana - copertina
Un viaggio chiamato amore. Lettere (1916-1918) - Sibilla Aleramo,Dino Campana - copertina
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Letteratura: Italia
Un viaggio chiamato amore. Lettere (1916-1918)
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Descrizione


Passioni e sentimenti, paure, tenerezze, invocazioni, tradimenti, ricongiungimenti, botte e minacce, miseria e malattia: tutto sotto "Un cielo fatto solo d'amore". È l'incontro di Dino Campana con Sibilla Aleramo, incontro straordinario, come le lettere che i due amanti si scrissero. Ogni pagina di questo carteggio è un viaggio, esaltante e senza soste, che ha inizio sotto il sole infuocato dell'agosto 1916, fra la vera montagna dei solitari e la pura bellezza dei grandi boschi e prosegue serenamente negli ultimi splendori della bella stagione a Faenza e Marradi, fino a quando il "vento iemale" non li trascina in paesi sperduti dell'Appennino, dove il freddo morde ancora più che nelle soffitte dei lungarni e nelle ville sulle colline di Firenze che li accoglieranno. Il percorso si fa tortuoso come le vicende alle quali si assiste, segnato da un continuo andirivieni fra Pisa, Livorno, Firenze, Sorrento. È ormai il 1917: sullo sfondo l'anno più duro della guerra, in primo piano i due amanti e il loro disperato tentativo di trovarsi e abbandonarsi, affidato ormai soltanto alle lettere che si incrociano tra la Toscana e il Piemonte. Poi, nel gennaio del 1918, davanti al cancello del manicomio di San Salvi, il viaggio si interrompe. I Canti Orfici, unica e grande opera di Campana, lo manterrà vivo oltre la morte, avvenuta dopo un internamento di quattordici anni. Sibilla Aleramo, che trasformò la sua lunga vita in letteratura, mai riuscì a raccontare...

Dettagli

Tascabile
25 febbraio 2015
130 p., Brossura
9788807901669

Valutazioni e recensioni

  • MarioM35
    Aleramo e Campana: il carteggio più bello della letteratura italiana"

    Dino Campana (1885-1932).definito il > ed il Rimbaud italiano, soffre di nevrastenia. Questa malattia, influenza tutta la sua vita sia dal punto di vista relazionale che produttivo. Viaggia moltissimo non solo in Italia ma anche all'estero. Non è un caso che il suo componimento più bello, secondo il mio modesto parere, sia Viaggio a Montevideo. Questo componimento fa parte dei Canti orfici. Campana nel 1913 si presenta a La voce, i cui redattori erano Soffici e Papini, per presentargli il volume. Passa qualche tempo ed al poeta non viene data una risposta, dunque il poeta ritorna e gli dicono che non sono interessati. Il poeta chiede che il manoscritto gli sia restituito ma non viene più ritrovato. L'anno successivo, il 1914, il poeta riscrive i componimenti e pubblica i Canti orfici a sue spese. Lui poeta visionario, onirico; utilizza l'aspetto onirico dovuto proprio dall'orfismo. È proprio grazie a questa componente che utilizza il porto, la luce, l' ambientazione notturna. I canti orfici vengono tradotti in inglese, tedesco, rumeno, croato, francese, spagnolo. Sibilla Aleramo, vero nome Rina Faccio (1876-1960). Scrittrice e donna dotata di grandissima sensibilità ed intelligenza (entrambe le doti si percepiscono all'interno del carteggio). L'Aleramo cerca di stare vicino a Campana il più possibile. Il carteggio è di una bellezza indescrivibile, così come il loro amore

Conosci l'autore

Foto di Sibilla Aleramo

Sibilla Aleramo

1876, Alessandria

Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio, è stata la più importante scrittrice italiana del primo Novecento a impegnarsi nel movimento di liberazione delle donne, sia con l'esempio della propria vita, sia attraverso scritti giornalisti, racconti e romanzi. Ebbe una tempestosa relazione con Dino Campana. Il suo primo romanzo, Una donna, uscì nel 1906, seguito soltanto nel 1919 da Il passaggio. Della sua vasta produzione ricordiamo: Momenti (1920), Amo, dunque sono (1927), Il frustino (1932), Gioie d’occasione (1930), Orsa minore (1938), Gioie d’occasione e altre ancora (1954), Aiutatemi a dire (1951) e Luci della mia sera (1956).

Foto di Dino Campana

Dino Campana

1885, Marradi

Poeta italiano. Visse una giovinezza travagliata, che lo portò a interrompere gli studi di chimica pura all’università di Bologna; dopo un ricovero al manicomio di Imola (1906), iniziò una serie di vagabondaggi, in Svizzera e in Francia (1907). Nel 1908 è in Argentina, dove lavora come bracciante; poi a Odessa, Anversa, Bruxelles, Parigi. Nel 1909 è di nuovo ricoverato, in una clinica di Firenze. Riprende, due anni dopo, senza alcuna fortuna, gli studi universitari. Nell’autunno 1913 porta a Firenze, per consegnarlo a Soffici e Papini, il quadernetto dei suoi Canti orfici; ma, nella primavera successiva, è costretto a riscriverli, perché Soffici ha perduto il manoscritto; e li fa stampare privatamente da un tipografo di Marradi (1914)....

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