Il libro si apre con un inizio idilliaco, in una sorta di eden, fino a precipitare in un ambiente infernale fatto di strane apparizioni, passaggi segreti, minacce più o meno reali, fatti inquietanti che mettono a dura prova anche l'intelletto più razionale. La giovane Emily, il nome non è scelto a caso ma è un riferimento all' Emilie di Rousseau, vive con il padre, St Aubert, in un castello sugli Appennini, circondata da una natura idilliaca che nelle sue continue e numerose descrizioni è volta a sottolineare lo stato d'animo dei personaggi. Anche l' educazione che il padre, pedagogo e botanico, impartisce alla figlia si rifà all' emilie di Rousseau. St Aubert insegna alla figlia a temperare la sua alta sensibilità con la razionalità, infatti la narrazione mantiene sempre un illuminismo di fondo, anche nelle sue parti più torbide. Presto il padre viene a mancare e Emily viene affidata a una zia frivola ed egoista che la porta con sé a Tolosa allontanandola dal suo interesse amoroso, Valancourt. La zia sposa il conte Montoni, il villain di questa storia, che condurrà zia e nipote in un castello nel Nord Italia, il castello di Udolpho appunto, dove tra strane apparizioni, porte che cigolano, passaggi segreti, quadri coperti da tende, e venti che ululano, la razionalità di Emily sarà messa a dura prova. Il racconto è pieno di misteri che verranno rivelati solo alla fine. L'ultima parte del libro si ricollega alla prima, e ogni avvenimento del libro trova il suo senso, la sua sua spiegazione nonché il suo compimento in una macchina narrativa complessa ma in cui gli avvenimenti si incastrano perfettamente. Per me questo libro era una lettura obbligatoria, non solo perchè ha definito i canoni del genere gotico, ma anche perché se non ci fosse questo libro non ci sarebbe neanche Northanger Abbey di Jane Austen
I misteri di Udolpho
Considerato l'archetipo del romanzo gotico, "I misteri di Udolpho" fu pubblicato nel 1794, anno dell'ascesa e della caduta di Robespierre. Sull'apparente struttura del racconto di formazione femminile, Ann Radcliffe modella un percorso attraverso gli spazi sublimi del terrore, nei quali l'eroina si smarrisce in una vertigine noir che la conduce oltre i limiti della ragione e della natura. Nella Francia del 1584 la giovane e sensibile Emily St. Aubert, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene rinchiusa dalla zia Madame Cheron e dal suo compagno, il perverso zio Montoni, nel tenebroso castello di Udolpho, sugli Appennini. Solo dopo una convulsa serie di avvenimenti agghiaccianti Emily riesce a riacquistare la libertà e a ricongiungersi con il suo innamorato, Valancourt. L'introduzione al romanzo di Viola Papetti, oltre a definire il genere gotico, racconta come la "debole mano" di Ann Radcliffe sia riuscita a trasfigurare il castello di Udolpho in una perfetta e animata macchina del terrore.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Elisa 2025 02 gennaio 2025Il romanzo che ha ridefinito il gotico
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Deb_91 02 maggio 2022Grandioso
Un libro gigantesco, in forma (più di 1000 pagine) e in contenuto. Attraverso le peripezie di Emily, la scrittrice ci catapulta in bellissimi paesaggi, oscuri castelli e suggestioni pregne di superstizione. Durante la lettura del libro tanti interrogativi si aprono e nessuno di loro rimarrà irrisolto. Il linguaggio è scorrevole, la storia intrigante; un vero proprio gioiellino in cui Ann Radcliffe riesce non solo a tenere alta l'attenzione del lettore, ma con maestria tiene le fila di tutte le piccole storie collaterali che, in piena unità, si concludono in modo essenziale per la risoluzione della trama principale. Consigliatissimo!
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Dalla creatrice settecentesca del romanzo gotico moderno (antesignana di maestri come Mary Shelley, Poe, Lovecraft e Patricia Highsmith - però quante donne...che bello...), l'ottima versione in italiano del suo capolavoro assoluto:"I misteri di Udolpho".
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