Il romanzo racconta la vicenda di Mattio Lovat, realmente esistito, tra la fine del settecento e i primi dell ottocento; ambientato nella selvaggia val di Zoldo delle dolomiti bellunesi. Una vita segnata dalla miseria, dal fanatismo religioso, ma anche da una struggente purezza d'animo che lo riscatta. Consigliato a chi ama la storia e la letteratura.
Marco e Mattio
Dalla valle di Zoldo, tra le Dolomiti bellunesi, inizia il viaggio di Mattio Lovat, figlio dello "scarpér" del paese, un viaggio verso la follia in un'Italia a cavallo tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento, sullo sfondo di eventi epocali come il crollo della Serenissima e le invasioni napoleoniche. Mattio, considerato uno dei primi casi clinici della psichiatria moderna, fu in realtà una delle tante vittime della miseria che si ammalavano di pellagra. La sua straordinaria vicenda l'ha condotto fino al manicomio dell'isola di San Servolo, a Venezia, ma prima di condannarsi alla fine, Mattio incrocia la sua vita con quella di Marco: misterioso personaggio in continua mutazione, ora ebreo errante, ora incarnazione del demonio, Marco diventa presto compagno e antagonista di una mente ossessionata, colui che insegna a Mattio "a guardare il cielo stellato". Una storia affascinante, che unisce fantasia e realtà, ripercorrendo una vicenda piena di ombre insieme a un personaggio eroico e pazzo, in cui si confondono malvagità e candore.
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Autore:
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Anno edizione:2015
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Valeriano 07 ottobre 2025Romanzo storico interessante
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Julie 24 settembre 2025Un altro bel romanzo
in cui l’autore, attraverso una lunga ricerca, riporta in vita un personaggio vissuto nel XVIII secolo sulle Dolomiti bellunesi e che la malasorte fa concludere all’interno di un manicomio veneziano, dove una Venezia agonizzante fa da sfondo al concludersi delle tristi vicende umane del protagonista.
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carlo vallivero 25 giugno 2024La poesia di Vassalli
Dallo splendore delle alpi bellunesi , dove Marco ,sedicente prete ospite del curato si Pieve di Zoldo , conduce Mattio alla scoperta di piante e minerali allo sprofondo delle fornaci dove si lavorava il ferro , ricchezza della valle di Zoldo Vassalli ci conduce attraverso fatti tremendi e altri più leggeri a conoscerne gli abitanti . anche quando le fornaci chiudono per l'esaurimento delle miniere di ferro e la miseria si abbatte sulla valle l'autore riesce a conservare una prosa leggera che e poetica . Grandiosa la descrizione dell'opulenza di Venezia , anch'essa destinata a declinare in breve . E la pazzia di Mattio provocata dalla pellagra , le mutilazioni che compie sul proprio corpo il manicomio di San Servolo dove Mattio rivede o crede di rivedere Marco è narrata con la stessa quasi magica prosa . Un grande romanzo di un grandissimo scrittor
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