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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2018
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Lettura scorrevole ma la storia non l'ho trovata così tanto interessante.
Primo incontro con la Lackberg (cognome che mi ha fatto pensare a qualche buona birra tedesca): all'inizio mi stava dando sensazioni non positive, da imputare a qualche cliché, a dialoghi e situazioni che non brillavano per originalità, nonché, via via che leggevo, ad una traduzione che mi è sembrata non eccelsa (useranno anche in Svezia l'odioso/odiato termine "aiutino"? Io non lo so, ma questa parola compare nel romanzo). Ma a poco più della metà il colpo di scena, la vicenda comincia a prendere corpo, i tasselli vanno al giusto posto e il ritmo sale di intensità, le mie sensazioni virano verso il piacevole e mi trovo a pensare: "però!". I personaggi si connotano meglio grazie a questo colpo di scena e la vicenda acquista significato pieno. Morale: continuerò a leggere altro della scrittrice birresca
La prima parte mi ha incuriosito,la seconda mi ha rivolt verso altro, la terza mi ha deluso perchè volevo continuare a leggere "verso altro".Trovare più avvincente la storia della protagonista, il suo nuovo amore,il rapporto con la sorella etc, piuttosto che il giallo di per se, non credo sia proprio quello che voleva ottenere la scrittrice...ma è andata così! Dopo non molte pagine si comprende come sono andate le cose e cosa c'è sotto,quindi addio suspence! Allora tanto vale interessarsi alle vicende familiar-amorose di Erica, che alla morte di Alex.Tutto sommato il libro è scritto in maniera semplice ed è piacevole(anche se i continui "saltelli" tra una scena e l'altra un poco infastidiscono)pur mancando in modo marcato situazioni di suspence e climax adatto al giallo. Una lettura sciuè sciuè che di certo non vi danneggerà. Certo, i paragoni con alcuni maestri del brivido e del noir sembrano piuttosto gratuiti.
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