La prima parte è totalmente diversa dalla seconda, ma in comune hanno una scrittura concisa e poetica. All'inizio l'ho trovato un po' lento, ma va sempre più crescendo fino a raggiungere il culmine emozionale che non può non costare qualche lacrima al lettore.
Nuoto libero
Con una scrittura essenziale e con indicibile grazia e profonda tenerezza Julie Otsuka osserva il declino di una madre imparando a navigare un rapporto difficile e insieme ad amarla come mai prima.
Gli amanti del nuoto libero sanno che la loro amatissima piscina sotterranea è un luogo quieto, perfetto per il relax e la concentrazione, dove ciascuno gestisce il suo corpo e il suo tempo lontano dal mondo di superficie. È il loro spazio, la loro zona di conforto, la fonte di un benessere superiore. La loro è una vita appartata e felice, vasca dopo vasca, virata dopo virata. Fino al giorno in cui la comparsa di una crepa sul fondo della piscina incrina le certezze di tutti, soprattutto di Alice. Alice, madre della narratrice, soffre anche lei, in parallelo, per le crepe insanabili che minacciano la sua memoria. Senza la piscina a strutturare il suo tempo, la sua vita intera scivola nella confusione, nello scompiglio, nell'incertezza. Sua figlia la osserva, e ricostruisce per lei un passato che la memoria non trattiene più: l'infanzia, il campo di concentramento per giapponesi, il lungo matrimonio, la morte della prima figlia neonata, l'esperienza di madre nippoamericana in California. Con una scrittura essenziale e con indicibile grazia e profonda tenerezza, Julie Otsuka osserva il declino di una madre imparando a orientarsi in un rapporto difficile e insieme ad amarla come mai prima.
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Autore:
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Traduttore:
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Collana:
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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EleonoraM 07 gennaio 2025Poesia in prosa
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Vittoria 27 dicembre 2024Bellissimo, scrittura formidabile
Libro commovente e molto interessante, sul piano della scrittura. Julie Otsuka parte da un'idea asettica, il regolamento di una piscina pubblica, e dà vita al suo mondo. La piscina riunisce persone che "in superficie" non si frequentano, nemmeno si salutano, come se condividessero un segreto noto a loro soltanto, ognuno nuota per un bisogno specifico. Gli habitué di questa piscina sono accomunati dal loro modo di approcciarsi alle regole di questo luogo. Un'armonia che viene disturbata da un evento imprevisto, che sposta la narrazione verso un altro luogo e altre regole. Lettura consigliata.
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Loris 31 dicembre 2023
Le prime due sezioni propongono un narratore in prima persona plurale, scelta inconsueta che però è funzionale alla descrizione di quella che di fatto è una comunità (i ‘swimmers’ del titolo originale) con le sue regole, consuetudini e idiosincrasie, separata dal mondo di superficie. In questo microcosmo acquatico la comparsa di una crepa sul fondo della piscina apre la strada a timori e paure, a un senso di apocalisse imminente che finisce per avverarsi. Dissolta la comunità, Alice (madre dell’autrice) occupa la scena del romanzo con una sequenza di ricordi frammentari che affiancano il privato (un amore mancato di gioventù fattosi rimpianto) e le ricadute della Storia (i campi di prigionia istituiti per i Giapponesi negli States durante la guerra). Nella quarta sezione il mondo perde ogni coordinata e la casa lascia il posto alla clinica: l’elenco delle regole e disposizioni da seguire per la paziente in ingresso è impietoso, asettico e terribile nel definire la nuova normalità di chi non può più contare sugli altri e su se stesso. L’ultima parte, affidata alla seconda persona singolare, è struggente, contiene i rimpianti, i rimorsi e le tenerezze della figlia / autrice al cospetto di una madre che dopo i ricordi perde le parole e la voce. Otsuka ha scritto un libro che unisce sapienza stilistica ed emozioni, che chiede al lettore una disposizione d’animo consona.
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