Analisi lucida, ponderata e con riferimenti adeguati alle diverse sezioni argomentative, circa le problematiche di lungo e medio periodo relative al mondo della scuola e dell'istruzione in genere, con utili spunti di riflessione per trovare soluzioni percorribili
Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza
Paola Mastrocola e Luca Ricolfi per la prima volta insieme in un libro per denunciare a due voci il paradossale e tragico abbaglio della scuola democratica, che, nata per salvare i più deboli, oggi di fatto ne annega le speranze. Due voci, di cui una lancia un'ipotesi e l'altra la raccoglie, provandola con la forza dei dati, testandola con modelli matematici e arrivando alla conferma. Sì, è così: una scuola facile e di bassa qualità allarga il solco fra ceti alti e ceti bassi. Un disastro, di cui rendere conto e chiedere scusa, ai ragazzi e alle loro famiglie. Questo libro è un j'accuse, spietato e dolente, e al tempo stesso un atto d'amore verso il mondo della scuola e dell'università, i docenti, gli studenti. È un grido d'allarme che i due autori hanno lanciato più volte nei loro libri, in questi anni. Un grido sempre andato perso, ma doveroso, e ora più che mai disperato. Perché non c'è più tempo. Ma anche perché proprio questo tempo sospeso e minaccioso, in cui ci troviamo ora a navigare, è forse il più adatto per scardinare vecchi schemi ideologici e provare a cambiare tutto.
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Florentinus 03 gennaio 2025Ottima lettura
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DanieleZ 25 novembre 2021Provocatorio, e per questo necessario
Acquistato con interesse dopo averne sentito la presentazione in radio a cura di Luca Ricolfi. Il libro prende le mosse da una tesi di Paola Mastrocola, già docente di Lettere al liceo e autrice di precedenti saggi sull'argomento ("La scuola spiegata al mio cane", "Togliamo il disturbo", "La passione ribelle"). In breve, la tesi di Mastrocola è: "Una scuola dell'obbligo (primi 8 anni del ciclo di istruzione) dove si chiede di studiare sempre meno e dove la verifica di quanto appreso diventa sempre più blanda e "burocratica" tende a livellare od accentuare il divario di partenza esistente tra gli studenti, in termini di possibilità di promozione sociale?". Secondo la docente, la quale ripercorre in un ampio capitolo la propria esperienza personale nel mondo della scuola italiana (sia da studentessa che da professoressa), è più probabile la seconda ipotesi. Per suffragare tale affermazione, il professor Ricolfi ricorre all'analisi dei dati aggregati dei risultati delle scuole italiane, paragonandoli agli indici locali di disuguaglianza e promozione sociale, con una impostazione rigorosa dal punto di vista logico e matematico, comprensibile anche a coloro non siano statistici di professione (in ogni caso, una corposa nota metodologica in appendice potrà soddisfare le curiosità degli "addetti ai lavori"). Lo stile è più "appassionato" nei capitoli redatti da Mastrocola, più essenziale e forse "distaccato" in quelli redatti da Ricolfi (il quale pure propone una personale riflessione su cosa significhi la docenza in un'università italiana. basandosi sulla propria esperienza), ma il libro scorre velocemente (divorato in tre sere di lettura). Lo consiglio vivamente a coloro che ritengono che "qualcosa" non funzioni nella scuola italiana (e, di riflesso, nella società italiana tutta), ma non riescono bene a mettere a fuoco cosa possa essere.
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