Dalle prime pagine di Amor, mundo en peligro si viene subito risucchiati dall'urgenza di star perdendo la forza, l'impulsività di un innamoramento che il poeta estende dal proprio vissuto all'abitudine generale della società a lui contemporanea di non credere più alla cura dell'amore. Affronta con sottesa insistenza, con irreprensibile tenerezza lo sfumare di un amore meraviglioso come quello de La voce a te dovuta. In particolare in Coppia, spettro, componimento di penetrante immediatezza sentimentale, si riconosce il fallimento di un sogno amoroso, forse già concluso per se stesso ma alla quale salvezza ogni lettore può aspirare per sé. Come al solito, infatti, come in tutta la poesia di Salinas, per nulla appaiono nomi, vicende e tempi storici precisi. L'impeto d'amore è universale o destinato all'oblio più sconcertante.
Amore, mondo in pericolo. Lungo lamento. Testo spagnolo a fronte
Dopo "La vox a ti debida" (1933) e "Razón de amor" (1936), Pedro Salinas lavorò intensamente a una raccolta che doveva costituire l'ultimo anello della sua 'trilogia amorosa': "Largo lamento". Ma la gestazione di questa raccolta, anch'essa come le precedenti ispirata alla sua relazione con l'ispanista americana Katherine Whitmore, si rivelò alquanto difficoltosa, il progetto non giunse mai a un vero compimento, e solo alcune poesie furono pubblicate separatamente dall'autore ancora in vita. Con "Amore, mondo in pericolo" pubblichiamo il primo volume di questa fondamentale opera, rispecchiando l'ordine stabilito dalle più recenti edizioni spagnole curate da Montserrat Escartíin. Se da un lato il lettore ritroverà in queste pagine molti dei temi e dei modi di "La voce a te dovuta" e "Ragioni d'amore", dall'altro si accentua qui la consapevolezza di una stagione che è ormai giunta al suo termine. Non va dimenticato, del resto, che Salinas, emigrato negli Stati Uniti alla vigilia della Guerra civile, si trovava a fronteggiare una relazione coniugale incrinata e un sogno d'amore ormai infranto, mentre le notizie sempre più drammatiche che gli venivano dalla Spagna lo convincevano che l'intero suo passato se ne stava andando insieme ai luoghi della sua vita. "Contenere quel crollo", scrive Valerio Nardoni nella prefazione, "è il compito che l'autore sembra prefiggersi, attraverso pensieri sempre più delicati, movimenti sempre più leggeri, dimensioni sempre più impalpabili e rarefatte...".
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Anno edizione:2014
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