Per quanto associamo subito al nome di Camilleri quello di Montalbano, il personaggio senza dubbio più conosciuto, l’autore siciliano si diletta anche a scrivere romanzi storici o comunque di ambientazione storica. Fra questi ce n’è uno un po’ particolare, realizzato parte in forma epistolare, parte come dialoghi e che ha conosciuto il suo maggior successo nella versione teatrale. Per appassionare il lettore o lo spettatore ci sono tutti gli elementi giusti, amalgamati con la consueta abilità da Camilleri, sì che ne esce un’opera dal difficile, ma esemplare equilibrio e che per certi versi può ricordare la famosa pochade francese. Le coincidenze impossibili, o quasi, l’assurdità della burocrazia sabauda, un gioco a guardie e ladri, condito con un pizzico di tradimento coniugale e ne esce un libro godibilissimo, che di certo non potrà che appagare sia chi è alla ricerca di righe d’evasione, sia chi ama scoprire, sotto gli aspetti esilaranti, una critica dura, spietata di una società su cui incombe greve la rigida morale e il formalismo estremo del casato piemontese. Non ho visto la commedia, ma sono dell’opinione che, per l’impostazione e la struttura del testo, sul palcoscenico la fertile creatività di Camilleri, particolarmente felice in questo libro, dove i colpi di scena e gli equivoci si rincorrono, sia uscita ancora più dirompente e che quindi la gradevolezza si sia ulteriormente incrementata. Da una vicenda di corna, che prende avvio con la richiesta di una concessione telefonica, si srotolano una serie di fatti concatenati in un crescendo quasi rossiniano. Si ride, certamente, ma piuttosto amaro e senza dir oltre aggiungo solo che la visione critica dell’autore è tale che, se pur la vicenda è ambientata alla fine del XIX secolo, certi risvolti, taluni atteggiamenti, le conclusioni presentato una straordinaria attualità, nella scia di una storia che per l’Italia sembra sempre la stessa.


La concessione del telefono
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Anno edizione: 2020

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Descrizione
"Nell'estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale (che riproduco nel romanzo) per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia (l'ho terminata nel marzo del 1997). La concessione risale al 1892... Nei limiti del possibile, essendo questa storia esattamente datata, ho fedelmente citato ministri, alti funzionari dello stato e rivoluzionari col loro vero nome (e anche gli avvenimenti di cui furono protagonisti sono autentici). Tutti gli altri nomi e gli altri fatti sono invece inventati di sana pianta." A. C.
Tropes e temi
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Dettagli
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Collana:
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Edizione:16
Indice
Le prime frasi del romanzo:
Cose scritte uno
A Sua Eccellenza IllustrissimaVittorio Parascianno
Prefetto di
Montelusa
Vigàta li 12 giugno 1891
Eccellenza,
il sottoscritto GENUARDI Filippo, fu Giacomo Paolo e di Posacane Edelmira, nato in Vigàta (provincia di Montelusa), alli 3 del mese di settembre del 1860 e quivi residente in via dell'Unità d'Italia n.75, di professione commerciante in legnami, desidera venire a conoscenza degli atti occorrenti per ottenere la concessione di una linea telefonica per uso privato.
Gratissimo per la benigna attenzione che V.E. vorrà dedicare alla richiesta, si professa devot.mo in fede
Genuardi Filippo
A Sua Eccellenza Illustrissima
Vittorio Parascianno
Prefetto di
Montelusa
Vigàta li 12 luglio 1891
Eccellenza,
il sottoscritto GENUARDI Filippo, fu Giacomo Paolo e di Posacane Edelmira, nato in Vigàta (provincia di Montelusa), alli 3 del mese di settembre del 1860 e quivi residente in via dell'Unità d'Italia n.75, di professione commerciante in legnami, osò, in data 12 giugno del corrente anno, vale a dire un mese or'è esatto, di sottoporre alla generosità e alla benevolenza di Vostra Eccellenza la richiesta di venire edotto delle pratiche indispensabili al fine d'ottenere la concessione governativa di una linea telefonica per uso privato.
Non avendo, certo per un banale disguido, ricevuta risposta veruna dall'Officio che Ella tanto equamente presiede, il sottoscritto si trova nell'assoluta necessità di dover umilmente rinnovare la domanda.
Gratissimo per la benigna attenzione che V.E. saprà dedicare alla mia richiesta e profondamente iscusandomi per il disturbo arrecato alle Sue Alte Funzioni, mi professo devot.mo in fede
Genuardi Filippo
A Sua Eccellenza Illustrissima
Vittorio Parascianno
Prefetto di
Montelusa
Vigàta li 12 agosto 1891
Eccellenza illustrissima e riveritissima!,il sottoscritto GENUARDI Filippo, fu Giacomo Paolo e fu Posacane Edelmira, nato in Vigàta (provincia di Montelusa), alli 3 del mese di settembre del 1860 e quivi residente in via Cavour n.20, commerciante in legnami, temerariamente s'azzardò, in data 12 giugno corrente anno, vale a dire due mesi esatti orsono, di sottoporre alla magnifica generosità, alla larga comprensione e alla paterna benevolenza di Vostra Eccellenza una supplica onde venire informato degli adempimenti necessari (documenti, certificati, attestazioni, testimonianze, deposizioni giurate) alla formulazione di una domanda tendente ad ottenere la concessione governativa di una linea telefonica per uso privato. Certamente per un banale disguido, che neanche lontanamente il sottoscritto si sogna d'imputare alla Regia Amministrazione delle Poste e Telegrafi, non ricevuta risposta veruna si vide costretto, con estremo rammarico, a tornare a importunare l'Eccellenza Vostra in data 12 luglio corrente anno.
Nemmanco questa seconda volta gli pervenne la desiata risposta.
Certo di non meritare lo sdegnoso silenzio di Vostra Eccellenza, il sottoscritto per la terza volta si prosterna, impetrando la Vostra Augusta Parola.
Gratissimo per la benigna attenzione e profondamente iscusandomi per il disturbo arrecato alle Vostre Alte Funzioni, mi professo di V.E. devot.mo in fede
Genuardi Filippo
P.S. Come V.E. potrà dedurre dalla comparazione di questa mia con le due che l'hanno preceduta, nelle more dell'iter la mia compianta Mamma è stata chiamata dal Signore e il sottoscritto si è perciò trasferito nel di lei appartamento resosi vacante e ubicato appunto in via Cavour n.20.
Valutazioni e recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giuseppe Labianca 02 dicembre 2017
Niente da dire, Camilleri si conferma un Maestro con un romanzo delizioso, che ci dipinge aspetti sempre uguali e sempre diversi della Sicilia e dell'Italia. Una sarabanda di burocrazia, equivoci, ingenuità, troppa furbizia, lotte di potere, bigottismo che, pur essendo perfettamente ambientata in un tempo lontano, non appare poi così datata, anzi. La formidabile ironia dell'autore mi ha fatto divertire davvero. Una lettura che consiglio senza alcun dubbio.
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Lo scrittore si mette alla prova e supera se stesso all'infinito! Padrone assoluto della lingua italiana, riempie con sapiente gioco la trama del libro, come un gioco nominato telefono senza fili, da una semplice richiesta per poter avere una linea telefonica, nascono una serie di equivoci che portano ad eventi talora realistici quanto assurdi, ridicoli, figli dell'ignoranza, della paura, della superstizione. Ovviamente non mancano riflessioni politiche nascoste nelle parole e nelle idee dei personaggi, come un'ironia che è frutto di una intelligenza superiore e, dulcis in fundo, un erotismo profondo. Camilleri è eccezionale, da leggere ovviamente.
Recensioni
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Conosci l'autore

Andrea Camilleri
1925, Porto Empedocle (Agrigento)Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma. Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura". S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio...
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