Il cielo di stagno - Ben Pastor - copertina
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Letteratura: Italia
Il cielo di stagno
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Descrizione


Ucraina nord-orientale, 1943. Il maggiore Martin von Bora è tornato eroicamente da Stalingrado. Nel suo ruolo di ufficiale dell'Abwehr, il servizio segreto dell'esercito tedesco, ha per le mani due generali dell'Armata Rossa, Platonov e Tibyetsky, detto Khan. Entrambi sono a parte di segreti strategici. Platonov, che è stato vittima delle purghe di Stalin, è restio a collaborare. Invece, Tibyetsky-Khan, nobile passato alla rivoluzione, che tra l'altro è lontano parente di Martin, sembra più equivocamente implicato in un'opera di controllo, di disinformazione o qualcos'altro. Mentre proseguono gli interrogatori, i due, a distanza di ore, muoiono. Intanto, in una foresta vicina che i civili cominciano a considerare maledetta, si verificano feroci omicidi, di soldati e contadini, e anche di bambini e donne. Delitti immersi in un alone di magico orrore. Tutto è un fangoso groviglio, in cui si confonde la sanguinaria paranoia di SS e Gestapo diretta contro i sospetti oppositori interni alla Wehrmacht, con le manovre dei sovietici, le imprese dell'Esercito di Liberazione Ucraino, e con la depravazione dentro il clima della guerra di antichi odi. Sembra impossibile districarlo. E forse nessuno desidera nemmeno capire veramente. Ma il comandante della Abwehr, il freddo, enigmatico von Bentivegni, ordina al giovane maggiore di indagare. Nutre obiettivi personali, ma ha anche una spontanea fiducia verso il sottoposto.

Dettagli

14 marzo 2013
473 p., Brossura
Tin sky
9788838930195

Valutazioni e recensioni

  • Renzo Montagnoli

    Di ritorno dall’inferno di Stalingrado il maggiore Martin von Bora è inviato nell’Ucraina Nord orientale, dove sta provvedendo a costituire il suo reggimento, con la scelta selettiva degli ufficiali e della truppa, ma nel suo ruolo di appartenente all’Abwehr, il servizio segreto militare, si deve occupare di due ingombranti presenze, due generali dell’Armata Rossa, Platonov catturato quando il suo aereo ha dovuto atterrare oltre le linee, e Tibyetsky, detto Khan, che si è consegnato direttamente al nemico con il suo nuovissimo carro armato T34. Si devono interrogare i due personaggi, ma non sono per niente ciarlieri, anche il Khan, lontano parente di Martin e che almeno in apparenza sembrerebbe dimostrare una certa disponibilità. Il nostro ufficiale investigatore, inoltre, intende occuparsi di feroci omicidi che vengono commessi nella vicina foresta, eventi che sembrano al momento del tutto indipendenti, ma che finiranno per correlarsi quando i due generali prigionieri verranno assassinati. Chi è stato? Perchè? Sono le due domande che si pone von Bora, che all’inizio gira a vuoto senza nemmeno trovare il più piccolo indizio, ma poi, un po’ per fortuna, un po’ per intuito si solleva il velo di nebbia e in un crescendo di tensione (così elevata non l’ho mai riscontrata nei romanzi di Ben Pastor con protagonista l’ufficiale tedesco) si troverà una spiegazione al tutto con la giusta punizione dei colpevoli. Se devo essere sincero questa serie con protagonista von Bora, a cui mi sono accostato con curiosità, mi sta appassionando veramente, perché nella scrittura di Ben Pastor si trovano trame convincenti, uno stile mai greve, atmosfere e ambientazioni ricreate al meglio, senza dimenticare l’incessante e approfondita analisi psicologica dei personaggi. In particolare von Bora si rivela sempre di più un individuo quotidianamente combattuto fra la sua coscienza e il suo dovere di militare, con il secondo che prevale immancabilmente, perché dominante è il senso dell’onore derivante dalla divisa indossata. Non c’è alcuna simpatia per le SS per i crimini che commettono, ma nel maggiore dell’Abwehr prevale sempre il dovere, così che non mancano le rappresaglie nei confronti dei partigiani e delle popolazioni, ma a differenza delle SS tali azioni sono svolte nella convinzione di fare qualcosa di spiacevole, ma necessario, e non per trarne gusto e soddisfazione. Quindi la lettura è senz’altro consigliabile.

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Foto di Ben Pastor

Ben Pastor

1950, Roma

Scrittrice italoamericana, all'anagrafe Maria Verbena Volpi, nata a Roma ma trasferitasi ben presto negli Stati Uniti, ha insegnato Scienze sociali presso le università dell'Ohio, dell'Illinois e del Vermont. Oltre a Lumen, Luna bugiarda, Kaputt Mundi, La canzone del cavaliere, Il morto in piazza, La Venere di Salò,  Il cielo di stagno, - ovvero il ciclo del soldato-detective Martin Bora (pubblicati da Hobby&Work a partire dal 2001 e poi da Sellerio) - è autrice di I misteri di Praga (2002), La camera dello scirocco, omaggi in giallo alla cultura mitteleuropea di Kafka e Roth (Hobby &Work), nonché de Il ladro d'acqua (Frassinelli 2007), La voce del fuoco (Frassinelli 2008), Le vergini di pietra e La traccia del vento (Hobby & Work 2012), una serie...

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