L'estate del '78 - Roberto Alajmo - copertina
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Letteratura: Italia
L'estate del '78
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Descrizione


Finalista del Premio Lattes Grinzane 2019.

Roberto Alajmo ha fatto romanzo della sua vita, l’ha condivisa con noi nell’arte del racconto. Lo scrittore fin dall’inizio ci dice «Statemi a sentire». E non c’è altro che possiamo fare.

«Ciascuno di noi ha una sua Lista delle Gioie Irrecuperabili, quei piaceri di cui ci rendiamo conto quando ormai sono impossibili. Per Roberto Alajmo fu l'ultimo incontro con la madre. A cui è dedicato un libro straordinario, il più difficile da scrivere» - Robinson, La Repubblica

Un pomeriggio d’estate Roberto Alajmo incontra la madre in una strada di Mondello, la località marina a ridosso di Palermo. Non può immaginarlo, ma quello è un addio. «Cos’abbia fatto lei, nei tre mesi successivi, ancora oggi non lo so. È oggetto della presente indagine». Roberto Alajmo, nel suo libro più necessario e personale, ha trasformato una vicenda così intima, così scomoda, in un romanzo di vita, appassionante e commovente, un romanzo che ci ricorda lo straordinario potere della letteratura di mettere a nudo i nostri sentimenti. Nel luglio del 1978 lo scrittore è uno studente in attesa degli orali dell’esame di maturità, studia con i compagni nella casa di Mondello, a Palermo, e a fine giornata esce insieme a loro per riposarsi, per rifiatare, per mangiarsi un gelato. «Trenta metri, non di più, e si arriva in via Stesicoro (…) Li conoscevo così bene, quei trenta metri, che mai avrei immaginato potessero riservarmi una sorpresa». Elena, la madre, è seduta lì, sul marciapiede. Alza un braccio, con la mano a coppa si ripara dal sole e lo guarda. «“Mamma, che ci fai qui?”, “Avevo voglia di vedervi”. Vedervi: me e mio fratello. “E perché non hai bussato?”, “Così…”». Quello è l’ultimo incontro tra Elena e suo figlio Roberto e da lì nasce questo libro, che è un’indagine, una investigazione familiare, il racconto di un uomo adulto su un evento che ha segnato la sua giovinezza e la sua maturità. È la storia di un addio di cui lo scrittore non ha avuto sentore, è la ricerca del senso di quel commiato inatteso, del progressivo allontanarsi della madre dal marito, dai figli, dalla vita stessa. È un libro di grande originalità letteraria, attraversato da una suspense che a tratti toglie il respiro, da un’emozione attenta a trasformarsi in pensiero e parola, da un umorismo necessario ed elegante. Mai il lettore ha la sensazione di intrufolarsi in qualcosa che non gli appartiene, di star spiando dal buco della serratura il dolore altrui. Questo accade nonostante l’autore accompagni il testo con le foto, vere e normali, bellissime, di una famiglia come tutte le altre. E nonostante il ritratto dettagliato dell’intimità, che mai è un diario attorcigliato su se stesso ma appassionante storia di tutti i giorni. Alajmo ha fatto romanzo della sua vita, l’ha condivisa con noi nell’arte del racconto. Lo scrittore fin dall’inizio ci dice «Statemi a sentire». E non c’è altro che possiamo fare.

Dettagli

22 marzo 2018
176 p., Brossura
9788838937729

Valutazioni e recensioni

  • Antonietta
    Indimenticabile

    Un libro che sembra il racconto doloroso da confidare al diario dei segreti come valvola di sfogo e invece, invece Roberto Alajmo trova la voglia, la forza e il coraggio di raccontarsi ai suoi lettori. Racconta una storia familiare molto dolorosa e sofferta con i suoi modi pacati, gentili, delicati e persino con un pizzico di ironia a inizio libro. Da anni volevo leggere questo libro ma sono felice di averlo fatto solo adesso, solo dopo essere ufficialmente diventata una fedelissima lettrice di questo bravissimo scrittore. Un libro così non può essere letto da chiunque senza prima essersi sinceramente affezionato all’autore, perderebbe qualcosa.

  • ormos

    Alajmo dischiude una vicenda molto personale e dolorosa della giovinezza passata: l’estate del 1978 segna per lui il passaggio verso una maturità che è data non solo dagli esami a scuola ma anche dalla consapevolezza che qualcosa ha raggiunto uno stadio definitivo. Da quel momento il rapporto con la madre Elena, con il padre Vittorio, il fratello e gli altri parenti, acquista una dimensione nuova: Roberto sente su di sé una maggiore responsabilità, avverte un diverso modo di svolgersi dei rapporti famigliari, forse perché sente di essere più uomo. Nel libro ci si diverte e ci si commuove, e si ritrovano quegli stessi riti – si direbbe: quel lessico famigliare – che anche noi talvolta compiamo, credendo nella loro unicità e invece più comuni di quanto si creda. Una bella lettura.

  • Sabrina Ferrari

    Un libro che si legge tutto d’un fiato. Intenso ma con la capacità di sdrammatizzare. Racconta una piccola finestrella della vita di Riccardo, esattamente di sua mamma e della sua scomparsa. Il racconto non è lungo ma è capace di dare forma ai sentimenti e alle emozioni senza paura. Un racconto preciso che non lascia nulla al caso e ci aiuta a percorrere momenti a tratti crudeli. Veramente emozionante, una scrittura che mi ha colpito tanto che leggerò anche gli altri libri di Riccardo Alajmo

Conosci l'autore

Foto di Roberto Alajmo

Roberto Alajmo

1959, Palermo

Roberto Alajmo è nato a Palermo e a Palermo continua a vivere. Collabora stabilmente con “l’Unità” e diverse altre testate nazionali.Fra i suoi libri: "Almanacco siciliano delle morti presunte" (edizioni della Battaglia, 1996); "Le scarpe di Polifemo" (Feltrinelli, 1998); "Notizia del disastro" (Garzanti, 2001), col quale ha vinto il premio Mondello, "Carne mia" (Sellerio Editore Palermo, 2016), "Io non ci volevo venire" (Sellerio Editore Palermo, 2021) e "Abbecedario siciliano" (Sellerio Editore Palermo, 2023) .Con Mondadori nel 2003 ha pubblicato il romanzo "Cuore di Madre", finalista ai premi Strega e Campiello.Nel 2004 è uscito "Nuovo repertorio dei pazzi della città di Palermo" e nel 2005 il romanzo "È stato il figlio", finalista al...

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