Centomila gavette di ghiaccio. Ediz. integrale - Giulio Bedeschi - copertina
Centomila gavette di ghiaccio. Ediz. integrale - Giulio Bedeschi - 2
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Centomila gavette di ghiaccio. Ediz. integrale
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Descrizione


Vincitore premio Bancarella 1964

Partendo dalla propria esperienza personale e raccontando la partecipazione della divisione alpina Julia alla Seconda guerra mondiale – dalla campagna d’Albania alla ritirata di Russia – l’autore costruisce un’opera narrativa di straordinario valore, che esalta il senso della dignità dell’uomo nonostante la tragedia della guerra. Protagonisti della vicenda non sono singoli individui ma l’azione corale dell’intera divisione, tanto che l’autore stesso preferisce mimetizzarsi dietro il nome inventato di Italo Serri piuttosto che narrare in prima persona. Pubblicato nel 1963, Centomila gavette di ghiaccio ebbe subito uno straordinario successo, ottenendo, l’anno successivo, il prestigioso Premio Bancarella.

Dettagli

7 aprile 2011
430 p., Brossura
9788842538684

Valutazioni e recensioni

  • Sandra
    Commovente, struggente.

    Grandissimo libro, la campagna di Russia viene raccontata con tutta la crudezza vissuta dallo scrittore: linguaggio semplice, lineare che riesce a comunicare i fatti in tutta la loro drammaticità. Una pagina di storia che non lascia spazio ad alcuna alternativa: mai più guerre.

  • donnie86dc
    Raccomandato a tutti

    Non piango mai quando termino la lettura di un libro. 400 pagine di testimonianza così vivida, dolorosamente colorata, da ridurmi quasi ad un cencio…ho quasi pianto. Dico “quasi”, perché ho un cuore di ghiaccio, io. Ma il libro è dannatamente bello. A tratti, lo ammetto, soprattutto agli inizi, si insinuava tra i miei pensieri l’idea che Bedeschi osannasse gli alpini per osannare la guerra degli alpini. Mi sbagliavo, per fortuna, e sono giunto alla conclusione che le parole amorose rivolte agli alpini siano le parole di un fiero alpino, di un uomo che faceva parte di un gruppo peculiare, di uomini che possono contare solo sui compagni, compagni di guerra e di sciagure. E allora va bene così. La guerra raccontata da Bedeschi è molto “grafica”. In confronto a quella raccontata da Rigoni, che molto si sofferma sull’asfissiante bianco e sul’infernale gelo di una steppa immensa, Bedeschi affonda la lama, rende gli scontri vivi, violenti, sonori… grafici. E ci aggiunge lo stesso senso di piccolezza cosmica, di disperazione, di confusione “cognitiva”, quella indotta dal gelo. Ci sono punti del racconto dove il solo descrivere le pene degli alpini fa girare la testa. Si fa fatica a credere che l’attaccamento dei sopravvissuti alla vita fosse talmente forte da resistere all’ennesimo sbarramento, all’ennesimo scontro, all’ennesima notte in cammino. “Centomila Gavette di Ghiaccio” è pertanto un manifesto alla grandezza della vita, alla futilità della guerra, a quei sentimenti di umanità, di carità e di attaccamento ai propri cari.

  • Cindy
    Bellissimo

    Bellissimo

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