Le due città - Mario Soldati - copertina
Le due città - Mario Soldati - 2
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Letteratura: Italia
Le due città
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Descrizione


Condotta tradizionalmente in terza persona, questa storia descrive nel dettaglio fondali, oggetti, tramonti, profumi che sembrano provenire da memorie proustiane.

«L'assoluta leggerezza della scrittura di Soldati significa fraternità. Il suo rapporto col lettore non è autoritario, ma mitemente fraterno»Pier Paolo Pasolini

Torino e Roma: due città, due fasi della vita di Emilio Viotti, ragazzo di buona famiglia torinese combattuto tra il conformismo borghese e la curiosità per l'ambiente artistico e operaio. Piero, l'amico proletario, e Veve, figlia di un tranviere, lo salvano dalla solitudine e da studi che non lo appassionano, ma Emilio li abbandona entrambi andando a Roma per laurearsi. Lì il matrimonio senza amore con Elena gli apre le porte della carriera cinematografica e gli fa ritrovare Piero, divenuto apprezzato direttore della fotografia. Verso la fine della guerra Piero si ammala di una malattia incurabile ed Emilio lo perde una seconda volta. Condotta tradizionalmente in terza persona, questa storia descrive nel dettaglio fondali, oggetti, tramonti, profumi che sembrano provenire da memorie proustiane. Se Torino e i dintorni piemontesi sono fin dall'inizio la memoria dell'innocenza, l'illusione di una felicità perduta, Roma è la perdita di questa innocenza, il disfacimento che si sconta giorno dopo giorno vivendo.

Dettagli

11 settembre 2019
656 p., Brossura
9788845295119

Conosci l'autore

Foto di Mario Soldati

Mario Soldati

1906, Torino

Scrittore e regista italiano, Mario Soldati, dopo avere insegnato negli Stati Uniti, torna in Italia nel 1931 e intraprende la carriera di scrittore e di sceneggiatore (collabora alla stesura delle commedie La tavola dei poveri, 1932, di A. Blasetti e Il signor Max, 1937, di M. Camerini). Dopo alcune coregie, debutta da solo dietro la mdp con Dora Nelson (1939), sofisticato esempio di cinema dei «telefoni bianchi». Il suo cinema è ricco dal punto di vista figurativo e si distingue da buona parte delle produzioni italiane del periodo per la ferma attenzione che il regista pone al paesaggio, da lui visto non come parte ma come sostanza del racconto: in questo senso due opere come Piccolo mondo antico (1941) e Malombra (1942) rappresentano le vette di quel cinema poetico e...

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