Fervore di Buenos Aires. Testo spagnolo a fronte - Jorge L. Borges - copertina
Fervore di Buenos Aires. Testo spagnolo a fronte - Jorge L. Borges - copertina
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Letteratura: Argentina
Fervore di Buenos Aires. Testo spagnolo a fronte
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Descrizione


"Non ho riscritto il libro. Ne ho mitigato gli eccessi barocchi, ho limato asperità, ho cancellato sentimentalismi e vaghezze" dichiara Borges ripresentando nel 1969 la sua prima raccolta poetica. Il giovane ultraista colpevole di "innocenti novità rumorose" che l'aveva pubblicata nel 1923 e colui che ora "si rassegna o corregge" sono inequivocabilmente la stessa persona: "entrambi diffidiamo del fallimento e del successo, delle scuole letterarie e dei loro dogmi;" confessa "entrambi veneriamo Schopenhauer, Stevenson e Whitman" - e "Fervore di Buenos Aires" prefigura "tutto quel che avrei fatto in seguito". Diagnosi non si potrebbe più precisa. Buenos Aires, non c'è dubbio, è la protagonista assoluta: ma non si tratta della città 'moderna' che con la "schiamazzante energia di certe vie centrali e l'universale plebe dolente che frequenta i porti" incantava l'avanguardia. Al suo cuore spurio Borges contrappone le tracce di un tempo perduto: i patios "che hanno fondamenta / nella terra e nel cielo", i crocevia "trafitti / da quattro lontananze senza fine", e soprattutto i sobborghi "riflesso del nostro tedio", luogo simbolico dell'identità criolla. E non è un caso che Buenos Aires dischiuda i suoi segreti al crepuscolo, quando il silenzio che abita gli specchi "ha forzato il suo carcere", o di notte, allorché gli orologi "spargono un tempo vasto e generoso".

Dettagli

21 aprile 2010
198 p., Brossura
9788845924774

Valutazioni e recensioni

  • Una piccola ma sostanziosa raccolta di poesie che racchiude in poche pagine tutte le sfumature di una grandissima e meravigliosa città: Buenos Aires. La varietà di ambienti, di luoghi, la storia e le contraddizioni dell' amata patria di Borges -differentemente da quanto il titolo possa far pensare - non sono lo spunto ed il soggetto di questi versi, ma il sottofondo e l'armonia che li lega, quasi come a volerne fare un dipinto. Leggendo queste poesie si ha l'impressione di entrare con assoluta immediatezza nei più intimi pensieri che affollano la testa di un giovanissimo Borges mentre passeggia per le "strade indolenti del quartiere, quasi invisibili per abitudine, dolci per la penombra e il tramonto e quelle più in periferia, deserte di alberi pietosi". Ogni poesia percorre un "avventura spirituale" del poeta, calato all'interno dei luoghi della sua memoria più intima. Ho trovato meraviglioso cogliere tra queste pagine il carattere architettonico di questa città in cui i "quattro infiniti attraversano ogni crocevia" e le case sono "quadrettate in isolati differenti e uguali come se fossero monotoni ricordi ripetuti di un unico isolato". In esse vi è sempre un rapporto diretto con la città, con la natura e con il poeta: sono a patio, con un cortile o un atrio, hanno giardini o pozzi, le loro facciate "di tinte delicate come il cielo" hanno balconi o grandi terrazze. Ognuno di questi luoghi in cui Borges immerge i propri pensieri, viene colto in un momento particolare della giornata: il passaggio di tempo che va dal tramonto all'imbrunire, gli attimi in cui la città e la natura -insieme- assumono le sfumature piu' commoventi. Avverso ai caratteri della città moderna, Borges trova nella zona marginale della periferia, tra le le strade dei sobborghi che si perdono nell'immensità della pampa, nelle piazze, nei cimiteri e nei saloni vuoti di quelle "modeste case", la quiete necessaria per un rapporto intimo con le cose che originerà i grandi temi della sua poetica. Leggendo "Fervore di Buenos Aires" mi sono immersa nel cuore di una città che non avrei mai creduto di poter vedere e me ne sono innamorata, attraverso le immagini che gli occhi di uomo senza vista - e geniale- mi hanno saputo regalare.

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Foto di Jorge L. Borges

Jorge L. Borges

1899, Buenos Aires

Di famiglia benestante e colta, originaria in parte dell’Inghilterra (imparò prima l’inglese che lo spagnolo), dal 1914 al 1919 visse in Svizzera. In seguito, fino al 1921, fu in Spagna, dove scrisse tre manifesti di adesione all’ultraismo, apportandovi la conoscenza dell’espressionismo tedesco, nonché una nota di rigore e d’asciuttezza quasi anglosassone. Tornato in patria, pubblicò tra il 1924 e il 1925 tre numeri della rivista «Proa», con la collaborazione di Ricardo Güiraldes e di altri. Dal 1924 al 1927 collaborò a «Martín Fierro», rivista d’avanguardia che determinò una sorta di svolta generazionale: il movimento di Florida, o «martinfierrista», poi confluito nella rivista...

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