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Anno edizione: 2021
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Approssimativo e superficiale nella caratterizzazione dei personaggi (no, amici americani, scrivere per stereotipi non è sufficiente per introdurre un personaggio italiano), impreciso e poco credibile nella descrizione dell’ambiente della ricerca scientifica. Peccato perché questo contesto distopico era un’idea molto interessante! Il personaggio che ho apprezzato di più è stato, probabilmente in direzione contraria rispetto alle intenzioni dell’autrice, il povero marito della protagonista!
Cosa fareste se all'improvviso non potreste più andare al lavoro, né avere un conto corrente né leggere e scrivere, e avere a disposizione solo 100 parole al giorno? Il "movimento della purezza" in America vuole che le donne siano angeli del focolare, perfette mamme e casalinghe e che dicano solo 100 parole al giorno. Telecamere installate e braccialetto elettronico controllano che le donne si comportino in modo corretto, in difetto severe punizioni. La protagonista del libro è Jean, scienziata moglie e madre, privata del suo lavoro, della sua indipendenza e privata dal poter leggere una favola alla propria figlia. È un libro scritto in modo semplice ma che ti fa arrabbiare e ti fa riflettere. Le donne ancora oggi non sono propriamente libere di vivere senza dover scendere a compromessi e se non facciamo sentire la nostra voce rimarrà solo il silenzio!
ho scoperto questo libro mentre leggevo “stai zitta” di murgia e aver iniziato a divorare queste pagine proprio il 10 agosto, dopo la sia scomparsa, lascia un sapore dolce amaro da subito ne sono rimasta affascinata perché la premessa di questo romanzo combinava femminismo e linguistica: dovevo assolutamente leggerlo ho amato tutto di questo libro: dall’atmosfera distopica - anche se a tratti era molto più reale di quanto volessi ammettere - ai riferimenti più tecnici riguardo la (neuro)linguistica, ai personaggi e alla loro evoluzione (anche steven, in un certo senso) e al finale, che tutto sommato trovo adatto al tipo di narrazione personalmente credo sia sempre bello trovare autori e autrici innamorate dell’italia e dell’italiano, perché sicuramente questo loro amore si rifletterà nei loro libri, e in quello che scrivono mi riconosco anche io: “se le donne italiane avessero un numero di parole limitato cui attingere come noi, le sprecherebbero tutte per salutare alla fine di una conversazione” “e poi mi piace guardare le donne italiane. parlano con le mani, con tutto il corpo, con tutta l’anima. e cantano” a proposito di mani, l’unico difetto dell’edizione del mio libro penso sia la scelta di tradurre con “linguaggio dei segni” un concetto che in realtà penso si tratti proprio di “lingua dei segni”: ed ecco che rileggerò questo libro in inglese!
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