Altro che memoria condivisa! Il volume del duo Lorenzo Del Boca-Emanuele Filiberto di Savoia sembra il frutto di una spregevole e gretta operazione commerciale all’insegna di un dilettantismo arrogante e di un pressapochismo insolente. Non si riesce a capire come un giornalista che ambisce a fare lo storico della cosiddetta contro storia del Risorgimento italiano con intenti provocatori (e gliene va dato atto) possa mai confrontarsi su temi di così notevole importanza storica nientemeno che con l’ultimo rampollo della tanto vituperata (e non solo dai suoi scritti ma dalla Storia) dinastia dei Savoia, che da qualche tempo scorrazza e strombazza dappertutto con la sua insignificante presenza! Cui prodest? Dopo aver letto ciò che scrive (o che forse qualcun altro ha scritto per lui) il “principe senza trono” in veste di storico in erba, si è presi dallo sconforto non tanto da quel che lui afferma quanto dalle provocazioni del giornalista interlocutore!
Maledetti Savoia, Savoia benedetti. Storia e controstoria dell'Unità d'Italia
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In un paese in cui pare impossibile una memoria condivisa, gli avvenimenti che fondano la nostra storia nazionale - il Risorgimento e la proclamazione dell'Unità d'Italia - non fanno eccezione. A una versione tradizionale che gronda di romanticismo e di tentazioni agiografiche, si contrappongono sempre meno infrequentemente resoconti controcorrente che stigmatizzano le incongruenze e le ipocrisie dei cosiddetti Padri della Patria. Questo serrato dialogo a distanza si propone finalmente di giungere a una sintesi, di individuare un terreno di verità comune tra ipotesi storiche spesso enormemente distanti. Le cinque giornate di Milano sono state un'azione velleitaria e mal organizzata o il primo vero tentativo di "fare l'Italia"? Vittorio Emanuele II è "il re con la faccia da macellaio", sciupafemmine, circondato da affaristi e non alieno ad allungare le mani nel bilancio dello Stato, oppure il sovrano che, assecondando lo spirito che prendeva corpo nel paese, "non è insensibile al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva"? L'impresa dei Mille è davvero una cavalcata di eroi, di uomini coraggiosi disposti a rischiare tutto per la causa, o piuttosto una sceneggiata teatrale e mal recitata? E l'Italia che alla fine viene proclamata e si affaccia alla ribalta della storia è una nazione con i piedi d'argilla, perché mal costruita ed edificata su troppe furbizie, o un giovane paese che ha in sé i sentimenti e le possibilità per progredire?
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Autore:
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Anno edizione:2010
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In commercio dal:11 maggio 2010
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MICHELE VISTA 19 maggio 2010
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