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Due sorelle, due regine, il mondo ai loro piedi e i desideri fatti realtà, ma anche due donne, con i dolori, i pianti, le rinunce che a chi fa parte del Paradiso non è concesso mostrare, né tantomeno provare.
Alla corte di Vienna, dove sono nate entrambe, arciduchesse, figlie dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, l'infanzia di Carolina e Maria Antonietta scorre serena, tra i concerti di un Mozart ragazzino, le lezioni di celebri pensatori del tempo e i giochi in uno dei parchi più incredibili di tutta Europa. Ancora giovanissime, però, vedono la spensieratezza lasciare il posto alla vita adulta, che inizia con la separazione, dalla madre e dalla sorella che più amano. A Versailles è diretta Maria Antonietta, sposa del delfino di Francia; Carolina, invece, è destinata all'Italia, Napoli sarà la sua casa, alla corte dei Borbone. Non si vedranno mai più, perché questo è uno dei drammi silenziosi che deve scontare chi ha il privilegio di regnare, ma resteranno sempre legate da un filo sottile e tenace che le terrà unite anche nei momenti di maggior lontananza, e che stritolerà il cuore di Carolina alla morte di sua sorella. Non sono solo due regine, Carolina e Maria Antonietta, ma due espressioni, per quanto contrapposte, di un mondo in cambiamento. Carolina, la studiosa, la statista, convinta che il ruolo di regnante sia un servizio della collettività, un privilegio da pagare con la fatica. La tragica morte di Maria Antonietta, però, cambierà ogni cosa e mostrerà la fragilità di una filosofia astratta che si scontra con i bisogni e la rabbia del popolo. Due sorelle, due regine, il mondo ai loro piedi e i desideri fatti realtà, ma anche due donne, con i dolori, i pianti, le rinunce che a chi fa parte del Paradiso non è concesso mostrare, né tantomeno provare.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Posso riassumere questo romanzo con: un'occasione mancata La trama ruota attorno alle vicende di Maria Carolina, regina di Napoli, figlia e sorella delle più famose Maria Teresa e Maria Antonietta. Ecco, la storia di Maria Carolina è molto interessante soprattutto perché poco trattata, già solo se confrontata alle vicende della sua illustre madre e della sua tragicamente romantica sorella, anche per questo ritengo che questo "Regine" di Paolo Sciortino sia un'occasione mancata, perché l'autore approfondisce il meno possibile le vicende storiche e politiche che la videro protagonista (anche se ciò non inficia l'analisi psicologica della sua figura), tutto è molto approssimativo, tanto che penso che chi si approccia alla lettura di questo romanzo, senza avere un'infarinatura delle vicende storiche, non riuscirebbe a capire molto. Ma la cosa più tremenda e più spaventosa di questo romanzo lo si trova nei continui jumpscare letterari che saltano tra le pagine quando meno te li aspetti, sotto forma di grossolani errori storici, continui errori grammaticali e soprattutto nella totale assenza di editing. Non sto scherzando: sembra che questo romanzo sia stato scritto velocemente dall'autore che poi l'ha passato alla casa editrice per la pubblicazione senza nemmeno prendersi la briga di farne una rilettura per eliminare eventuali (anzi, presenti) refusi, errori, o almeno di passarlo a qualche editing che lo facesse per suo conto. Per non parlare dei dialoghi in dialetto napoletano... e l'autore è milanese. Ma, al di là della regionalità dell'autore, credo che si sappia che i dialetti, così come le lingue straniere, si scrivono in un modo e si parlano in un altro. Potete quindi immaginare come io, napoletano, mi sia sentito nel vedere il mio dialetto scritto in una maniera totalmente erronea. E questo lo addebito sempre all'assenza di editing. In conclusione, ripeto, occasione mancata.
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