Un saggio ricco di idee anticonformiste e spunti di riflessione sui generis, che partendo dalla situazione politica pre-elettorale, fornisce possibili scenari di sviluppo e attraverso una retrospettiva degli ultimi dieci anni di politica italiana (per lo più tecnocratica), mostra i limiti di quest'ultima e prova ad indicare una via, principalmente improntata al liberalismo, per uscirne. Ne risulta un saggio oscillante tra disincanto e desiderio di una (ri)scossa, nel quale viene enfatizzato lo scollegamento tra kratos e demos, per cui viviamo in una società spaccata tra gli obbedienti/rassegnati, che si affidano allo stato nelle continue situazioni emergenziali, e i ribelli/arrabbiati che protestano senza però (il più delle volte) proporre soluzioni realmente costruttive ed efficaci. L'autore, spaziando da casi presi dal presente o dal recente passato sia in Europa che nel resto del mondo, vuole mostrare come la via d'uscita e di rilancio del nostro paese risieda in limitazione del potere, maggiore spazio alla società e competizione. Il che è esattamemte l'opposto della verticalizzazione tecnocratica, che ha contrassegnato gli ultimi dieci anni della nostra politica, basata du un modello che bypassa cittadini e consenso (elettorale). Ovviamente non tutte le idee del saggista sono condivisibili, tuttavia il suo merito principale risiede nel far aprire gli occhi ai più e dare una speranza, perchè l'autocommiserarsi, il rassegnarsi allo status quo e il reagire in modo incattivito a questa frustazione, non portano ad alcunché, anzi rischiano di farci precipitare in un circolo vizioso, da cui risulta difficile riemergere.
Bomba a orologeria. L'autunno rovente della politica italiana
L'AUTUNNO ROVENTE DELLA POLITICA ITALIANA La caduta del governo Draghi e le elezioni del 25 settembre segnano indubbiamente l'apertura di una pagina nuova. Dopo il fallimento di un ciclo politico, fallisce pure la surroga commissariale: e allora, come in un perpetuo gioco dell'oca, si torna (forse) verso la politica, cioè verso governi che siano frutto più diretto della scelta degli elettori. La stagione in cui stiamo entrando è carica di incognite, sia globali sia nazionali: una nuova guerra fredda dalla durata e dagli esiti incertissimi; l'ombra lunga della crisi energetica; l'impennata del costo della vita; e una bassa crescita che, sommata a cicatrici e fragilità antiche, mette a rischio l'economia reale. I nodi restano aggrovigliati, la sfiducia cresce, sale una nuova rabbia. Rischiamo di misurarci con una società spaccata come una mela: da un lato, gli obbedienti e i rassegnati al perpetuarsi di soluzioni emergenziali; dall'altro, una galassia ribellista e arrabbiata. Con uno stile lucido e appassionato, con argomentazioni coraggiose e sempre controcorrente, Daniele Capezzone prova a raccontare la fase rovente verso cui si avvia la nostra politica, e anche a disegnare una pars construens: per capire come ridare all'Italia obiettivi realizzabili e desiderabili sia in politica estera sia in economia. Provarci è difficile; ma il costo del non provarci rischia di essere devastante.
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Anno edizione:2022
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Luigibab 06 gennaio 2025Politica e tecnocrazia
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