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Anno edizione: 2021
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«Ma tu lo sai almeno cos'è uno stupro?»
«Non ha reagito e non ha denunciato Valentina Mira, e ci ha messo più di dieci anni prima di riuscire a raccontare la sua storia in un libro, X, che è la cronaca di uno stupro "normale", dove non spuntano coltelli e non volano botte, ma restano ferite profonde nel corpo e nell'anima» - Gaia Giorgetti, F
X è un romanzo e una lettera. Valentina scrive al fratello con cui non parla da anni per raccontargli quello che ne è stato di lei e quello che non ha avuto il coraggio di dirgli in passato. Torna all'estate del 2010, l'estate della sua maturità. Una festa, alcool e musica nelle casse. La musica l'ha messa G., amico di tutti e amico di Valentina. Quella notte G. diventa uno stupratore. Valentina non lo denuncerà mai, come, il novanta per cento delle donne violentate, quel danno resta taciuto per anni. X racconta il tabù e lo stigma che accompagnano lo stupro, con una forza e una franchezza senza precedenti.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Viscerale" è il termine che ritengo più adatto per questo libro: composto da lettere indirizzate al fratello, con flussi di coscienza che nel contempo narrano anche la storia di Valentina stessa. Chapeau alla scrittrice per essersi messa a "nudo" con l'umile scopo di rivelare le drammatiche realtà dell'universo femminile, definite ormai "tabù". È un libro con qualche imprecisione narrativa, ma il suo bello è proprio questo; uno sfogo sincero e senza filtri, estremamente scorrevole e riflessivo.
Il libro cartaceo è composto di 188 pagine, e spesso, erroneamente si dà per scontato che i testi più brevi si leggano più in fretta rispetto a quelli di 300 o più pagine. Ebbene, questa lettura per me è l’ennesima conferma che così proprio non è; ho letto dei libri di oltre 400-500 pagine in meno tempo, perché non riuscivo più a metterli giù nonostante la stanchezza e il sonno. X ho fatto fatica a finirlo, con tantissime interruzioni, per il modo in cui è scritto e per quasi tutte le scelte che Valentina ha fatto, che io non condivido. Mi dispiace, ma le bestemmie proprio non le digerisco; qualche parolaccia può scappare a tutti in un momento di rabbia o di frustrazione, ci mancherebbe. Le bestemmie, no, soprattutto in bocca a una donna; già non posso sentirle dalla bocca di un uomo, figuriamoci da una donna. Non credo dipenda dal fatto di essere cattolica, atea, di destra o di sinistra, semplicemente penso sia una cosa brutta, sbagliata, ecco. La comprendo eccome tutta la rabbia che gravita intorno a una violenza, però bestemmiare, no. Queste pagine fanno riflettere tantissimo, questo lo riconosco, ma allo stesso tempo non mi hanno tanto convinta, anzi quasi per niente. Tra le tante cose che non ho condiviso, non capisco perché altrettante cose non sono state approfondite in modo da poter chiudere il cerchio, se così si può dire. La faccenda del femminismo l’ho trovata parecchio estrema e anche un po’ incoerente. Non voglio spoilerare niente, ma questo non posso non dirlo: se si è così femministe, perché fare una certa cosa con il tuo capo se sai che poi lo mollerai quel lavoro? Mah. Consiglio a tutti di leggere questo libro e di sentirsi liberissimi di esprimere la propria opinione ragionando con la propria testa. Cosa rarissima di questi tempi. Ma non è mai troppo tardi per imparare nella vita.
Triste ma bellissimo libro che racconta non solo cosa vive una persona vittima di violenza ma anche le dinamiche a cui le donne devono far fronte quotidianamente. Valentina Mira scrive in modo accattivante e scorrevole, rendendo le sue letture piacevoli pur essendo impegnative.
Recensioni
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