La conclusione ideale per questa trilogia. La trama è ben pensata e il finale si addice a questo nuovo mondo distrutto, ma che al contempo tenta di rinascere. Il libro è pieno di digressioni, che da un lato fanno notare quanto l'autrice abbia pensato nei minimi particolari a ogni aspetto del romanzo, ma dall'altro rallentano di molto la lettura. Tuttavia, è bello poter capire la storia dei diversi personaggi e come questi siano diventati quello che sono. Sulla scia dei due romanzi precedenti, infatti, qui viene raccontata la storia di due personaggi, Zeb e Adamo 1, storie particolari che si riallacciano alla trama più generale della trilogia.
L'altro inizio
Sul pianeta Terra è tempo di contare i sopravvissuti al Diluvio Senz'Acqua, il devastante flagello scatenato dall'azione sconsiderata dell'uomo, illuso di poter controllare la propria esistenza abusando della scienza. I pochi umani scampati, accompagnati dai Craker, la specie pacifica, creata in laboratorio, tentano di riprendere la propria vita nel villaggio-rifugio. Ma la convivenza di questi mondi, l'umano e il transgenico, si regge su un equilibrio molto precario, che rischia di spezzarsi sotto il peso di incomprensioni e sospetti reciproci, e delle terribili minacce di morte che continuano a giungere dall'esterno. E mentre Toby, ex Giardiniera di Dio, esperta di funghi e api, tenta di mediare tra le parti, sostenuta dalle amiche Ren e Amanda, Zeb, l'uomo che lei ama, in un disperato atto di rivincita parte alla ricerca di Adamo 1, fondatore della religione dei Giardinieri. Con L'altro inizio, Margaret Atwood chiude il cerchio della Trilogia dell'Adamo Pazzo, ampia e raffinatissima riflessione da parte di una scrittrice da sempre interessata alle tematiche ambientaliste sulla degenerazione di una società che ha fatto della sperimentazione genetica una vera e propria fede. Tra pagine commoventi, a tratti piene di ironia e di un tocco di macabro umorismo, la Atwood accompagna il lettore nella ricerca della risposta più ardua: una rinascita è ormai possibile?
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Autore:
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Edizione:3
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Anno edizione:2014
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Fabiana 15 dicembre 2024Conclusione
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A conclusione della sua trilogia fantascientifica, la scrittrice canadese, che avrebbe vinto il Nobel se non fosse andato a Munro, appone il sigillo della speranza: l'esile filo del futuro della nostra specie è nelle fragili mani delle due varianti sopravvissute al cataclisma generato dalle manipolazioni genetico-ambientali operate da uno scienziato folle, il cui nome Crake richiama la distruzione. Lo stesso artefice è scomparso, dopo aver voluto sostituirsi al Dio creatore. I pochi rimasti si dividono fra gli ecologisti della setta dei Giardinieri di Dio - ma un Dio diverso, benevolo ed empatico - e gli esponenti dei nuovi uomini usciti dai laboratori, che mantengono nel nome la loro origine artificiale, i Crakers. Esistono poi, come minacce sullo sfondo di questo universo precario, in attesa di assestarsi (ma quando? e perché? le due fondamentali domande del libro), i gladiatori omicidi detti Painballers reduci dalle arene televisive insanguinate, e una varietà di animali ibridi, mostruosi, feroci o mansueti, perché l'immaginazione di Atwood è molto inventiva, come del resto ogni autore di fantascienza dev'essere. Ma il pensiero dell'autrice è saldo, dietro le fantasie si celano contenuti precisi e soprattutto l'accusa alle due maggiori cause distruttive, le tecniche sia biogenetiche sia informatiche, entrambe capaci di realizzare quella virtualità che originando da artifici sostituisce, fino a ingoiarla, la realtà effettiva, naturale. Fra un secolo le trasformazioni del mondo, quello raccontato e in cui possiamo dis-conoscerci, diverranno incontrollabili.
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