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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2018
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Ho finito di leggere «L’acquaiola» di Carla Maria Russo e provo ancora le emozioni che mi sono rimaste nella testa alla lettura dell’ultima commovente e drammatica riga. Che aggiungere? La penna di Carla Maria è fatata, avvince, lega, seduce il lettore dalla prima all’ultima parola. La delicata ricercatezza con la quale ogni elemento è trattato arricchisce la bellezza del romanzo che ha già una sua storia mirevole. Gli storici parlerebbero di micro-storia perché è quella di una donna comune dell’Appennino del Centro-Sud Italia, una delle tante che hanno reso l’Italia bella per quello che è. Una di quelle donne forti, mai disposte a far sentire la propria debolezza, mai propense a sottomettersi a padroni o mariti. Una di quelle donne che potrebbero essere mia Nonna, la zia di mia madre, una di quelle donne che, nonostante qualche tratto rude, sapevano mantenere insieme gli affetti e sapevano includere fidandosi solo delle proprie sensazioni e del proprio istinto. Una grande Donna, come quelle cui ci ha abituati Carla Maria e che spero di incontrare ancora, magari con un nome ed una micro-storia diversi, sulle nuove pagine di Carla!
La storia di Maria l’acquaiola trasuda umiltà, fatica, dolore. Una vita di lavoro – anche quello più duro, che nemmeno gli uomini vogliono fare – per pochi soldi, appena sufficienti a mantenere se stessa e l’asino. Ma quanta dignità, anche davanti alle vessazioni che le riservano i “signori”, quanto rispetto deve incutere questa donna che non si piega alla disonestà e alle maldicenze. Una donna che sceglie di vivere così, ogni giorno che Dio manda in terra, sveglia all’alba e subito nei campi a zappare, neanche il tempo di partorire e già di nuovo al lavoro. È dura Maria, forse aspra, ma la sua scorza è per il mondo che non l’ha trattata mai con dolcezza, eppure troverà il modo di esternare tutto l’amore che non ha ricevuto e neppure dato, proprio con le sue mani grezze, callose, indurite. Libro semplice nella struttura narrativa ma intenso, con pagine di alta carica emotiva.
una storia di altri tempi in cui però risulta facilissimo immedesimarsi e vivere , insieme alla protagonista, gli eventi che la circondano. Mi sono ritrovata a zappare l'orto, a condurre in mezzo alla neve il mio povero asino, imparare a scrivere il mio nome e a farmi forte durante il dopo guerra.. una compagnia che mancherà . Consigliato a chi ama le saghe famigliari e i racconti di vita.
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