D'accordo su alcune cose, meno su altre, anche solo per il fatto che sono invecchiate male. Leggere adesso il saggio breve sul COVID mi ha quasi imbarazzato. Il problema principale è però la ripetitività. Quasi ogni scritto torna sugli stessi punti e li formula con le stesse esatte parole. Di qualunque cosa si parli, a un certo punto parte la solita cantilena, e alla decima volta ti viene solo voglia di lanciare il libro dalla finestra. Non incolpo propriamente Byung-Chul Han perché si tratta di una raccolta e non so come si comporti in saggi più lunghi, ma i curatori. Non capisco proprio l'accostamento di scritti così simili tra loro, rendono pesantissima la lettura. Per non parlare delle interviste! Pensi che lì ci troverai qualcosa di nuovo, ma no, la solita solfa. La ridondanza è comprensibile in interventi distanti tra loro, non in un prodotto unico. O c'è stata una scelta poco oculata, o Byung-Chul Han non ha molto da dire: entrambe le possibilità rendono inutile questa operazione editoriale. Sulla seconda, rimando il mio giudizio per quando leggerò altro dell'autore
Perché oggi non è possibile una rivoluzione. Saggi brevi e interviste
Saggi e interviste di Byung-Chul Han comparse sui giornali e le riviste di tutto il mondo, raccolte dall'autore in un solo volume dedicato al grande pubblico.
“Mi spiace, ma i fatti sono questi,” risponde Han quando, in un’intervista uscita su Zeit Wissen, gli fanno notare che le sue riflessioni non sono molto incoraggianti. “Scrivo quel che vedo. I miei libri possono ferire poiché mostro cose che la gente non vuol vedere. Ma non sono io, non è la mia analisi a essere spietata, bensì il mondo in cui viviamo, con la sua follia e la sua assurdità”. Questo volume raccoglie gli interventi più significativi di uno dei massimi critici dell’assurdo mondo contemporaneo. Han ci restituisce un affresco lucido e dissacrante dell’epoca neoliberista e dei suoi paradossi, dai “ragazzi che si fanno fotografare mentre saltellano all’impazzata” al burnout, dai migranti alle sculture levigate di Jeff Koons, da Big Data al coronavirus e alle misure di contenimento della pandemia, in una società già di per sé “organizzata in chiave immunologica” e sull’orlo del collasso. Nel presente la coazione a produrre assume sempre più esplicitamente le forme dell’autosfruttamento e soprattutto dell’autodistruzione, giacché noi per primi “sacrifichiamo volontariamente tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta” e le conseguenze devastanti del capitalismo giunto al suo culmine richiamano in modo preoccupante il concetto freudiano di pulsione di morte. “Perché oggi non è possibile una rivoluzione” è una perfetta introduzione al pensiero radicale di Byung-Chul Han, e dunque è anche un invito, aperto e appassionato, a invertire la rotta.
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Anno edizione:2022
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Christian 17 maggio 2023Un'operazione editoriale inspiegabile
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