«Cesare doveva morire! Non si poteva attendere ancora», così, con questa sentenza brachilogica e allo stesso tempo perentoria, Orazio Licandro, professore ordinario di Paleografia e Papirologia all’Università di Catania, prende le mosse nel suo saggio “Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di Marzo”. Questo libro, così come lo ha pensato il nostro autore, si propone sin dalle prime pagine un arduo compito: ridefinire i motivi sottesi alla congiura che portò alla morte di Cesare durante le Idi di Marzo del 44 a.C. Nonostante l’impostazione da manuale universitario, lo stile scorrevole, a tratti magniloquente, denota un dinamismo lessicale e sintattico che sin dalle prime pagine cattura l’attenzione del lettore, evidenziando una ricercata e scrupolosa riformulazione dei concetti epigrafici alla base della trattazione, rendendola fruibile ad un pubblico di lettori più ampio possibile, non solo agli “addetti ai lavori”.
Cesare deve morire. L'enigma delle Idi di marzo
Come Alessandro Magno, anche Cesare mirava forse a conquistare un vasto impero? Temevano i cesaricidi che tornasse in patria in trionfo, accolto dalla folla come un nuovo sovrano di stampo ellenistico? Partendo da queste domande, e alla luce dei nuovi ritrovamenti e delle nuove scoperte in campo epigrafico, questo saggio ci offre una rilettura approfondita e innovativa di uno dei più interessanti enigmi dell'antichità, una di quelle vicende sulle quali la Storia e la storiografia non smettono mai di interrogarsi.
L'assassinio di Giulio Cesare - evento cardinale nella storia della repubblica romana - è stato studiato e analizzato per secoli: la storiografia moderna sembra concordare sul fatto che i tre cesaricidi abbiano agito per impedire il disegno del generale di instaurare la monarchia a Roma attraverso la dittatura a vita, uno strumento assolutamente inedito e che minacciava di sconvolgere l'ordine istituzionale e sociale costituito. Tuttavia, il recente ritrovamento di una tavola su cui è inciso l'elenco delle liste magistratuali del 45-44 a.C., gli anni in cui maturò e si realizzò la congiura, riapre la discussione: Cesare era infatti stato già nominato dictator perpetuus; ma l'aggettivo perpetuus non significava "a vita". Se Cesare non voleva farsi re, allora cosa cercavano di impedire Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto? E quale fu il vero ruolo di Antonio? Attraverso un'analisi attenta e dettagliata delle fonti antiche e della storiografia moderna, Orazio Licandro rilegge l'intera vicenda e, scandagliando i fondali oscuri della lotta politica, presta ascolto a un altro grande condottiero, sorta di alter ego di Cesare, ovvero Napoleone: anche lui, infatti, sospettava che ci fosse un'altra ragione dietro l'omicidio di un uomo che, col suo potere e la sua geniale irruenza, avrebbe potuto cambiare il corso della Storia. La sua azione militare, del resto, dopo la conquista esemplare della Gallia, era orientata verso Oriente come a voler ripercorrere le orme di un idolo del passato: Alessandro Magno.
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Autore:
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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gabriele_crisci 03 gennaio 2025Fasti del Priverno e dictator perpetuus: l'analisi di Orazio Licandro
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Linus 13 dicembre 2024Consigliato
Bellissima analisi e ipotesi sul destino di Cesare
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