Un giornalista italiano viene inviato in Perù e in una sperduta fazenda intervista un suo connazionale. L’uomo gli racconta il perché della sua scelta di vivere in un posto così isolato. Dopo la seconda guerra mondiale, il narratore ritorna a casa dopo un anno di fronte e tre anni come prigioniero ma è sconcertato dal mondo che trova. I suoi familiari così borghesi sono felici di non trovarlo cambiato e lui si chiede come possano pensarlo e come non si accorgano delle terribili ferite che questa tragedia ha lasciato su tutti i reduci. Tutta la sua famiglia è ansiosa di sapere che cosa avrebbe voluto scrivere dopo la “famosa” lettera: famosa perché recitava “ho visto in questi ultimi giorni molte cose sulle quali sto riflettendo. Non so nemmeno se saprò ripetertele o se sarà conveniente. Ti scriverò ancora”. La prigionia però gli ha impedito di scrivere e ora i suoi familiari vogliono sapere. All’inizio è titubante perché si rende conto che non capiranno, ma poi racconta di Petriccione, Ognibene e Salvini e della loro scoperta poco prima di morire dell’amore per la verità. I suoi familiari non vogliono capire e bollano questi personaggi come irresponsabili e al narratore sembra che muoiano di nuovo e ancora inutilmente come nel deserto dove erano stati mandati a combattere. “Tutti e tre mi avevano insegnato quanto sia inebriante la verità e come, a modo loro, senza quasi accorgersene, fossero stati felici per averla avuta un attimo fra le mani, sulle labbra, nel cuore.” Un breve racconto molto bello ed è molto originale l’idea della ricostruzione di una lettera aspettata per anni raccontando ai propri familiari sconcertati le proprie emozioni vissute anni prima.
Una lettera dal deserto
Perù, primi anni Cinquanta. In una sperduta radura lungo il rio Perené, un ex tenente medico conduce un'esistenza appartata e solitaria tra gli indios. Si dice che, dopo la guerra combattuta in Libia e la prigionia, egli abbia trovato quel che cercava. Qualcosa che sa solo lui. A un giornalista sulle sue tracce, l'uomo racconterà di una lettera dal fronte. Una lettera che egli annunciò alla madre con due righe sibilline: "Ho visto in questi ultimi giorni molte cose sulle quali sto riflettendo. Non so nemmeno se saprò ripeterle o se sarà conveniente. Ti scriverò ancora". Ma la lettera non fu mai scritta, perché di lì a poco l'ufficiale finirà catturato dagli inglesi. Quale vicenda lo aveva così turbato? Qual è il mistero del suo esilio?
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Anno edizione:2015
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