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Recensioni Saga di Oddr l'Arciere

Recensioni: 5/5

«Vivrai cento inverni, viaggerai di terra in terra, e ovunque sarai giudicato il più grande, il più valente tra gli uomini.»

È con una profezia che si apre la storia di Oddr, «il ragazzo più forte e più bello tra tutti quelli che vivevano in Norvegia, e anche più lontano», fatto per eccellere in tutto, dall'arte alla guerra a quella del comporre versi, dall'esercizio fisico alla conoscenza della storia e delle lingue straniere. Ma Oddr non crede al fato: come si è sempre rifiutato di onorare gli dei parendogli «da miserabili inchinarsi davanti a un pezzo di legno o una pietra», così non vuole saperne di quelle «scempiaggini sul suo futuro». Se è per colpa del cavallo Faxi che dovrebbe morire, meglio eliminarlo subito, e se è lì, dov'è finora vissuto, che dovrebbe essere ucciso, gli basterà partire per sottrarsi al suo destino. Singolare personaggio del mondo nordico, in cui la norma è piuttosto l'adeguamento della volontà individuale a quella del fato e l'affrontare consapevoli e impassibili i suoi dettami è la cifra dell'eroismo. E affascinante proprio per la sua singolarità. Fiero guerriero pronto a sfidare qualsiasi nemico umano o sovrumano che gli permetta di dar prova del suo valore secondo il codice d'onore vichingo, ma anche capace di rinunciare al suo orgoglioso scetticismo per abbracciare la fede cristiana, quando la incontra sul suo cammino. Le sue imprese lo portano a vagare dall'estremo nord della terra dei Lapponi fino in Palestina e ancora all'est, in Ungheria, per finire presso gli Unni, diventandone re. Protetto da una veste magica, aiutato da frecce incantate, Oddr resta però totalmente umano, non solo perché conosce i limiti della sconfitta, ma soprattutto per la sua vulnerabilità al dolore, per la stanchezza e il vuoto che prova con l'avanzare degli anni e la sensazione di deserto che gli lascia la sua troppo lunga vita man mano che vede morire gli amici intorno a sé. E umanissimo è il suo desiderio finale di fermarsi a rivedere i luoghi dell'infanzia, dove lo aspetta la fatale morte annunciata.

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