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Dodicesimo film della serie, e quinto con Roger Moore nei panni del protagonista, Solo per i tuoi occhi vede per la prima volta alla regia John Glenn, che con cinque pellicole diventerà il regista più prolifico della saga. Da bravo ex montatore, Glenn recupera ritmo e tensione, che un po’ si erano persi nei film immediatamente precedenti, e abbandona anche un certo gigantismo scenografico, e alcuni meccanismi narrativi tanto cari a Lewis Gilbert, a favore di una sceneggiatura più solida e realistica, con un cattivo per una volta votato al solo tornaconto personale, e non a qualche distopico sogno di distruzione universale. E il film ne trae indubbio giovamento, grazie anche alla buona prova di Roger Moore e di tutti gli attori di contorno. Curiosa la sequenza pre-titolo, in cui, pur senza nominarlo mai, compare il personaggio di Blofeld, essenzialmente per fare un dispetto alla concorrente produzione di “Mai dire Mai”. Da non perdere.
Gli occhi, magnifici, sono quelli della splendida, ma altrimenti non straordinariamente espressiva, Carole Bouquet; James Bond, oltre ad aiutarla nel perpetrare la sua vendetta ai danni degli assassini dei genitori, deve recuperare un marchingegno che governa le rotte missilistiche dei sommergibili britannici e per farlo dovrà scontrarsi, ed eliminare naturalmente, proprio i suddetti assassini. Menzione speciale per la title song: For your eyes only cantata da Sheena Easton, molto bella.
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