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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
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«La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.»
La biografia di Bukowski include due tentativi di lavorare come impiegato, dimissioni dal "posto fisso" a cinquant'anni suonati, «per non uscire di senno del tutto» e vari divorzi. Questi scarsi elementi ricorrono con insistenza nella narrativa di Bukowski, più un romanzo a disordinate puntate che non racconti a sé, dove si alternano e si mischiano a personaggi ed eventi di fantasia. «Rispetto alla tradizione letteraria americana si sente che Bukowski realizza uno scarto, ed è uno scarto significativo», ha scritto Beniamino Placido su «la Repubblica», aggiungendo: «in questa scrittura molto "letteraria", ripetitiva, sostanzialmente prevedibile, Bukowski fa irruzione con una cosa nuova. La cosa nuova è lui stesso, Charles Bukowski. Lui che ha cinquant'anni, le tasche vuote, lo stomaco devastato, il sesso perennemente in furore; lui che soffre di emorragie e di insonnia; lui che ama il vecchio Hemingway; lui che passa le giornate cercando di racimolare qualche vincita alle corse dei cavalli; lui che ci sta per salutare adesso perché ha visto una gonna sollevarsi sulle gambe di una donna, lì su quella panchina del parco. Lui, Charles Bukowski, «forse un genio, forse un barbone». «Charles Bukowski, detto gambe d'elefante, il fallito», perché questi racconti sono sempre, rigorosamente in prima persona. E in presa diretta». Un pazzo innamorato beffardo, tenero, cinico, i cui racconti scaturiscono da esperienze dure, pagate tutte di persona, senza comodi alibi sociali e senza falsi pudori.
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L'ho trovato eccellente. Il modo in cui racconta parte della sua vita, romanzandola un po', è di una potenza senza paragoni. Lo stile è asciutto, secco, forte e poetico allo stesso tempo. Non è solo parolacce come spesso si ritiene. È molto di più.
Non è una lettura per tutti, specialmente se non si è disposti ad entrare nella visione di Bukowski riguardo al mondo. Le sue parole sono aggressive ma semplici, ti fanno ridere ma ti procurano anche rabbia.
È un genere che deve piacere, personalmente è un tipo di scrittura che non mi appassiona. Capitoli scollegati e un po’ confusi. Non consiglio
Recensioni
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