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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2000
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Sarà che come primo libro dell'autore ho letto follia e mi ha lasciata veramente a bocca aperta, mi aspettavo un racconto sullo stesso genere ma in realtà, sia come storia sia come scrittura in sé, non mi ha lasciata per nulla soddisfatta.
Di fatto trattandosi di qualcosa di primordiale dal punto di vista della letteratura di McGrath, se si è partiti da altri romanzi suoi, si può scorgere tutto ciò che lo definisce. La trama, sembra un continuo “divenire” di quello che rappresenteranno i suoi lavori successivi.
A far da sfondo è l’atmosfera cupa e tetra della campagna del Berkshire nei primi anni dell’ultimo dopoguerra. In questo contesto si muove l’io narrante, gentiluomo di campagna nonché paleontologo dilettante, il quale, dall’immobilità di una sedia a rotelle a cui è stato costretto da un incidente cerebrale, racconta in un lungo flashback la (la sua versione della) vicenda dell’incidente, vicenda che si intreccia ad un omicidio che, chi più chi meno, tocca tutta la sua cerchia, dai familiari alla servitù. Il nostro baronetto è borioso, supponente, poco interessato ai sentimenti altrui, ingabbiato nelle convenzioni del suo contesto sociale e della sua epoca. Ma è soprattutto paranoico, vede complotti dappertutto, e di questi si vede inevitabilmente vittima. Come in “Follia”, McGrath è bravissimo a delineare la psicologia del protagonista e, per il suo tramite, quella degli altri personaggi (ho trovato particolarmente riuscita la caratterizzazione della signora Giblet). Il racconto è sottile, ricco di sfumature, a tratti divertente. Ho letto critiche in altre recensioni per un finale considerato troppo aperto ed inconclusivo. Ma credo che l’interesse dello scrittore non sia dare compimento e linearità alla trama, messa deliberatamente in secondo piano per diventare funzione del suo vero intento, che è quello di giocare con il lettore sul filo dell’evoluzione (o meglio della regressione) di una psiche intrappolata in un corpo inerte, tanto più viva quanto più morto il corpo, e sulle sue fantasticherie, i suoi eccessi, le proiezioni sugli altri dei propri fallimenti, delle proprie paure e pulsioni. Letta in questi termini, la trama ha secondo me perfettamente senso. Romanzo d’esordio dello scrittore inglese ma opera a mio avviso già matura. Consigliato.
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