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Recensioni Trilogia del ritorno: L'amico ritrovato-Un'anima non vile-Niente resurrezioni, per favore

Recensioni: 5/5
Fred Uhlman detta la condanna di una delle pagine più agghiaccianti della nostra storia, riuscendo a trarre una musica semplice e malinconica dalla tragedia di un'intera civiltà.

Questo libro nasce dalla vicenda di chi, innamorato della Germania e della sua cultura, se ne vide nel 1933 improvvisamente allontanato in nome di una motivazione aberrante come quella razziale. In "L'amico ritrovato" questa lacerazione coincide con la fine di un'amicizia fiorita al liceo di Stoccarda tra l'ebreo Hans Schwarz, figlio di ricchi borghesi, e il nobile Konradin von Hohenfels. Il legame, travolto dal nazismo, sembra sfociare nel tradimento finché, trent'anni dopo, non arriverà la smentita imprevista e commovente, che offre lo spunto per il secondo romanzo della raccolta, "Un'anima non vile". Ma per Uhlman quanto è avvenuto non può essere archiviato nel segno consolatorio del ricordo giovanile e proprio per questo la chiave dell'intera trilogia si trova in "Niente resurrezioni, per favore", nel confronto, nella Germania opulenta del dopoguerra, fra l'ebreo emigrato Simon Elsas e i suoi vecchi compagni di scuola, che suggellerà la reciproca incomprensione.)
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