Melma rosa
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Descrizione
In una città portuale devastata da una peste misteriosa, una donna tenta di capire perché il suo mondo sta crollando. Un vento tossico avvelena le strade e costringe a chiudersi in casa o fuggire, i supermercati si svuotano e la melma rosa prodotta con scarti animali è ormai l'unico alimento reperibile, ma c'è dell'altro: il collasso di tutti i suoi legami affettivi, l'incertezza, il peso dei ricordi. Mentre mette insieme i risparmi con l'idea di partire per il Brasile, la protagonista si muove fra la madre, a cui da sempre la lega un rapporto fortissimo ma conflittuale; Max, l'amore che non riesce a dimenticare, ora ricoverato dopo il contagio; e Mauro, il ragazzino di cui si prende cura, afflitto da una fame insaziabile. Partire equivale a salvarsi, eppure farlo senza di loro è impossibile. Con una scrittura luminosa e immagini potentissime, Fernanda Trías mette a nudo la schizofrenia di una società sempre più simile alla nostra – trovando bellezza anche nel caos – e la fragilità dei rapporti umani, l'unica cosa che conta quando si è sull'orlo dell'abisso.
Valutazioni e recensioni
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«L’inizio non è mai l’inizio. Ciò che confondiamo con l’inizio è solo il momento in cui ci accorgiamo che qualcosa è cambiato». _____________ Il problema di Melma Rosa è che un libro che non inizia mai: 230 pagine in cui le parole scorrono senza che succeda nulla. Mi ero avvicinato a questo romanzo di Fernanda Trias, scrittrice uruguaiana, perché incuriosito da un libro, scritto nel 2019, che racconta di una città colpita da un virus misterioso. Volevo capire se dietro a quest’idea ci fosse un’intuizione, la capacità dell’artista di intuire prima degli altri quello che sta per accadere. Forse Trias quell’intuizione ce l’ha avuta, ma purtroppo non è riuscita a portarla avanti nella storia. In finale, Melma Rosa è come quei trailer che ti fanno pensare ad un film fichissimo, che poi si rileva insignificante e lo scopo del trailer era proprio quello di mascherare la pochezza della pellicola.