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Difficoltà e conquiste per la comunità ebraica nell' America del dopoguerra: tra razzismo, tentativi di inclusione e sogno sionista. Aiuta a capire l'attualità di un popolo dalla storia millenaria tra sofferenza e riscatto.
Se di questo parla questo Pulitzer, dottamente inscenandone il dibattito sullo sfondo di una campus story della migliore tradizione letteraria americana, lo fa costruendo personaggi indimenticabili e scene brillanti e esilaranti che rendono il libro più leggero e godibile del saggio sottostante. Terribili questi Netanyahu. Anche se la battuta più emblematica e profetica Cohen la riserva a uno dei discorsi pseudo-storici e politico-manipolatori-sionistici di Ben-Zion (Zion, appunto, giusto ivi per svuotare qualsiasi accezione negativa o pregiudiziale a questo ultimo aggettivo, da parte mia) Netanyahu: "Ora che Israele esiste, tuttavia, i giorni delle storielle della Bibbia sono finiti e la vera storia del mio popolo può finalmente cominciare, e se c'è una Grande domanda ebraica che deve ancora trovare risposta è se le persone del mio popolo avranno la capacità, o la voglia, di riconoscere la differenza." Magnífica la traduzione di Claudia Durastanti.
Ho apprezzato il romanzo dall'inizio alla fine. Ci porta a riflettere sulla dimensione identitaria di uno o più popoli ...