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Se c'è una certezza nella mia libreria, questa è sicuramente Bussi. Stavolta l'autore ci porta nell'isola de La Réunion, poco più di due chilometri e mezzo di superficie, dominata da un vulcano. Come si può, quindi, in un'isola così piccola, pensare di riuscire a sfuggire alla polizia? Eppure è quello che intende fare Martial Bellion, ricercato per omicidio e, per di più, con sua figlia di sei anni al seguito. Neanche a dirlo, l'omicidio in questione è quello di sua moglie Liane, ma c'è un particolare non trascurabile: il cadavere di Liane non si trova. E, come ci viene rammentato nella trama, un omicidio non è un omicidio se non c'è un cadavere. La trama si snoda tra due interrogativi principali e cioè, in primis, se Liane Bellion sia davvero deceduta o meno e, successivamente, se il colpevole sia davvero Martial, come pensano i gendarmi, o se al contrario l'uomo sia innocente, come continua a professarsi benché tutte le prove e tutte le testimonianze indichino il contrario. Bussi, come al solito, riesce a tenere alto l'interesse del lettore sino alle ultime pagine senza mai perdere un colpo. Attraverso la narrazione dei capitoli, nei quali il punto di vista del ricercato Martial si alterna a quello dei gendarmi che lo inseguono, l'intrigo si svelerà ben più complesso di quanto sembri. D'altronde, con Bussi non è una novità, l'intreccio alla base della trama è quanto mai ingarbugliato e raramente si riesce a capirci qualcosa. Ma a Bussi perdoniamo tutto, anche il fatto di farci sentire degli scemi per non essere riusciti a svelare le macchinazioni da lui ordite così magistralmente!