Quasi un santo
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Descrizione
Nella famiglia Bedloe domina l'ottimismo. Guardare il lato buono delle cose è l'imperativo che Bee, la matriarca, ha trasmesso al marito e ai figli, tutti belli e sportivi: Claudia, già sposata e con prole; Danny, che ha rinunciato al college per lavorare alle poste, e il diciassettenne Ian, ancora al liceo. Poi Danny porta in famiglia Lucy, annunciando il loro imminente matrimonio: lei ha già due figli piccoli e presto dalla loro unione ne nascerà un terzo. La fragile bellezza della donna e il suo passato misterioso affascinano Ian che, per colpa di un gesto impulsivo, vedrà la propria vita cambiare radicalmente sotto il peso di una improvvisa tragedia. Da allora il ragazzo si occuperà dei nipoti con assoluta abnegazione ed entrerà a far parte di una comunità religiosa che professa semplicità e rigore. Ma, si chiede Anne Tyler in questo romanzo, è possibile dedicare completamente la vita agli altri, senza perdere il rispetto di se stessi?
Valutazioni e recensioni
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Forte di un’unica remota (apprezzabile) lettura di Anne Tyler (‘Per puro caso’), ho scelto questo romanzo per le inusuali tematiche religiose. L’autrice è assimilata alla corrente del minimalismo americano: in effetti, se pure il tempo si dilata su decenni, lo spazio del racconto è confinato alla natia Baltimora, a uno scenario da middle class dove le vicende dei Bedloe al più si intersecano con quelle del quartiere, lasciando sullo sfondo i movimenti della Storia e le trasformazioni sociali. La Tyler però va oltre: i suoi personaggi devono fare i conti coi quesiti esistenziali connessi alla perdita, alla colpa e all’espiazione. A fronte di chi si trincera nella consuetudine e in un’ottimismo di facciata (forse meno banale e ipocrita di quanto appaia all’inizio), altri scelgono il pragmatismo della fuga e dell’affermazione professionale, senza recidere i legami familiari. Nel mezzo c’è Ian, veicolo di un’idea di religione a suo modo pragmatica, legata alle opere, più che ai sacramenti o ai rovelli teologici. La chiesa della seconda occasione può essere vista con un sospetto di ingenuità o deriva settaria, ma realizza comunque una comunità fondata su gentilezza e mutuo soccorso, che si oppone alla disgregazione del quartiere e delle relazioni di vicinato. Le istanze ultime restano però una questione individuale: è Ian che deve decidere che direzione prendere, trovare il suo modo di essere nel mondo, mediando tra le aspettative degli altri e i propri desideri. Un aiuto può arrivare dalle nuove generazioni, da quei figli putativi che un tempo incarnavano il peso del dovere e che ora invece sono persone autonome in grado di ricambiare l’amore e di porsi (forse) come segni divini.
Anche questo si rivela profondo e significativo come tutti gli altri romanzi della Tyler. Un protagonista molto umano e credibile, un linguaggio ironico per descrivere una realtà familiare esasperata ma anche realistica.