The sinner. La peccatrice
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Lettura difficoltosa; racconto confusionario.
Un romanzo appassionante, con personaggi complessi e ricchi di sfumature, e una verità che emerge capitolo dopo capitolo. Una storia che non conosce vinti e vincitori, ma solo carnefici e vittime, a loro volta carnefici di altre vittime. Impossibile per il lettore biasimare Cora dopo tutto quello che ha passato e subito, dai maltrattamenti fisici a quelli psicologici, ad opera per giunta della sua stessa madre, donna tanto pia verso il Signore, quanto ingiusta presso i propri cari. Impossibile poi non mettersi nei panni della ancora più sfortunata Magdalena, sorella della protagonista che, malata sin dalla nascita, non ha mai potuto conoscere nulla se non le mura della sua stanza. Come poteva da tanto dolore nascere qualcosa di buono? Come potevano due bambine piegate dalle avversità e dal destino, non diventare spietate aguzzine o sanguisughe senza scrupoli? Nessuno dei personaggi descritti in questo libro è esente da colpe. Le loro azioni sono comprensibili, in parte giustificabili ma non per questo giuste. Ed è proprio questo il bello del libro. Ti fa mettere nei panni di tutte le parti in causa e ti spinge a riflettere su come ogni azione possa creare danni irreparabili. E soprattutto "The sinner" è un romanzo ben calibrato, ricco di emozioni e colpi di scena, che si legge tutto d'un fiato e ti lascia un retrogusto amaro, di sconfitta, disgusto e rassegnazione.
Petra Hammesfahr mette in scena un’infinita confessione in cui il dubbio è il vero protagonista. Cora racconta molteplici versioni della sua storia, scopre le carte e poi rimescola tutto, lasciando il lettore a chiedersi dove stia la verità, cosa ci sia di falso in ciò che afferma e quale sia l’evento traumatico che ha scatenato il tutto. E tra le molteplici verità ci svela una storia torbida, nefasta e sconvolgente in cui tutto ha l’amaro sapore dell’ingiustizia, e in cui è reso evidente quanto l’ignoranza sia spesso più distruttiva della cattiveria. L’autrice indaga profondamente la psiche dei suoi protagonisti, ce li mette a nudo con tutti i loro difetti più ripugnanti, gli errori, i pensieri malevoli e i continui sensi di colpa. Evidenzia l’estrema fragilità dell’uomo e il suo stesso essere autodistruttivo, sottolinea le manipolazioni mentali, quelle che subiamo dagli altri e quelle che, per un personale senso di “coscienza”, ci imponiamo da soli. Un mirabile quadro psicologico che mostra come Cora, un essere infelice e sfortunato, da carnefice si scopra vittima, vittima di un destino che non si è scelta.