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Anno edizione: 2022
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Da leggere
Io non so cosa è successo con questo libro: ci ho provato, riprovato ma niente. Ad un certo punto l'ho abbandonato. Non l'ho capito o lui non ha capito me, forse non era il momento adatto per noi. Chissà se avrà un'altra possibilità. chissà, magari in futuro.
"Che tu sia per me il coltello" è un libro d’altri tempi, ma è anche un libro di sorprendente attualità. Sentimenti profondi e dialogo fra anime vengono affidati alla corrispondenza epistolare, che sia fatta di carta e inchiostro o di lettere elettroniche…poco cambia. Le sensazioni trasmesse al lettore sono fortissime, si riesce quasi a viverle: l’attesa per la mancata risposta ("mi trovo in una situazione un po' stupida perchè c'è sempre la possibilità che, per qualche motivo, tu abbia deciso di non rispondermi e sparire"), la forza emotiva delle parole ("devo raccontarti come le pupille mi si dilatano quando vedo una tua parola da qualche parte (...) ci sono parole che ti appartengono a tal punto! (...) Non avevo mai immaginato che conoscere il linguaggio di un estraneo potesse essere eccitante come il primo contatto con il suo corpo, il suo profumo, la sua pelle, i capelli e i nei"), l’angoscia per la “ghigliottina che calerà" e l’incredulo sgomento per l’inesorabile interruzione unilaterale di quel legame di per sé improbabile e precario. Molto viva, in ultimo, è la “com-passione” che si prova come immedesimazione nel dolore di lei, Myriam, personaggio autentico e forte, generoso e puro. Il finale aperto e concitato, quasi staccato dal tenore del libro e molto diverso da quel finale apparentemente già scritto sin dalle prime pagine, può lasciare un po’ perplessi, perché quella “illusione (…) fatta solo di parole scritte”, quel dialogo senza fisicità e senza voce sembrerebbero destinati a rimanere confinati al di fuori della realtà e ad interrompersi improvvisamente per rivivere solamente nella memoria dei due protagonisti. Una lettrice
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