La forma imperfetta delle nuvole

Antonella Zucchini colpisce positivamente ancora! Dopo Fiore di cappero e Tutto il resto vien da sè, anche stavolta mi incolla al libro, storia avvinvcente, scrittura piacevolissima, quando arrivo alle ultime pagine mi dispiace che sia già finito, consigliatissimo!

Romanzo di grande forza evocativa, “La forma imperfetta delle nuvole”, terza fatica letteraria di Antonella Zucchini, è un romanzo sulla “circolarità” della vita dove tutto torna e ritorna a comporre il mosaico dell’esistenza nella sua interezza. In esso conosciamo molteplici e ben delineati personaggi, tutti con una propria ragion d’essere, una propria variegata e composita poliedricità, che concorrono, ognuno in maniera unica e determinante, a disegnare un quadro sfaccettato come la vita reale. Passato e presente, anche qui, si alternano nella narrazione e il primo si incunea spesso nel secondo, modificando sviluppi e destini laddove ogni accadimento si incide sulla pelle dei protagonisti come una cicatrice, influenzandone comportamenti e carattere. La storia di Zelmira e Santuzza si compie nel ritrovarsi finale, anche solo per un fugace momento, per rivivere insieme, ancora una volta, pur per un breve istante, “la forma imperfetta delle nuvole”, un sogno felice a occhi aperti che le aveva unite da bambine e nel quale possono ancora perdersi. Emerge, fra i personaggi “secondari”, almeno per me, la figura di Sharam, il cuoco persiano di Casa Serena, la casa di riposo dove si svolge il presente del libro. Sharam, prototipo di una diversità a tutto tondo, personaggio perfetto per un film di Özpetek, così immerso nei profumi della sua cucina orientale, così avvolto dagli odori delle spezie, sapientemente narrati da Antonella Zucchini, a me ha evocato le atmosfere di casa Kazanci de “La bastarda di Istanbul”. Tutto intorno la storia del Novecento: il fascismo, la guerra, le privazioni, la fame e poi, ancora, il dopoguerra, la ricostruzione, le lotte operaie e la nascita del movimento sindacale, i primi passi dell’emancipazione femminile, ma anche la violenza domestica subita dalla donna, ancora ai giorni nostri di così estrema attualità. La forma imperfetta delle nuvole è, quindi, un romanzo sulla vita, sulla potenza dei ricordi e sull’imperdibilità del nostro vissuto, perché è solo ricordando e rivivendo il passato che possiamo, quasi sempre, plasmare il nostro futuro.

Una storia che tocca il cuore del lettore, che lo avvolge e lo incanta oserei dire proprio come i maggiori capolavori della letteratura. Le vicende narrate si sviluppano in un arco temporale lungo quasi un secolo, vale a dire a partire dal periodo del regime fascista fino ai giorni nostri, e si svolgono prevalentemente in ambiti popolati da gente comune: operai, contadini, domestiche, sempre alle prese con la lotta quotidiana per la sopravvivenza e per la conquista di una vita dignitosa… i più fortunati tra i protagonisti risulteranno poi comunque anch’essi vittime della solitudine e della complessità dei rapporti umani nella società contemporanea. L’autrice è riuscita in modo magistrale a intrecciare tutte queste storie di vita in un continuo andrivieni temporale, dove anche gli eventi storici e politici, elementi anch’essi portanti nelle vite dei più umili, sono narrati con grande dovizia, fino al compimento dell’epilogo che lascia il lettore quasi stordito per la maestosità che alcune volte un gesto dell’essere umano può rappresentare. Ne consiglio vivamente la lettura.