Frankenstein

Le tematiche tipiche dell'Epoca Vittoriana e del 1800 europeo vengono affrontate e racchiuse in un unico romanzo, dove il conflitto Uomo-Macchina/Mostro si fanno prepotenti: uno scienziato che crea un essere semi umano elevandosi a Dio, ma che miseramente fallisce ottenendo solo un'orrida creatura che lo tormenterà in eterno. Le critiche sociali che l'autrice rivolge ad una società che inevitabilmente cade vittima della Rivoluzione Industriale, ossia di una trasformazione radicale mai vista e vissuta in precedenza dove l'Uomo, grazie all'idea che la Scienza sia infallibile, si erge ad essere onnipotente, trovano riscontro nelle parole di Frankenstein, lo stesso scienziato che sarà vittima del suo ego smisurato e della sua convinzione di poter giocare con la vita delle persone e del mostro da lui stesso creato, di cui ne ha terrore. Un romanzo avvolgente che aiuta a far riflettere sui limiti dell'essere umano e sul senso di inadeguatezza, di isolamento, di estraniazione, di disumanizzazione che la macchina, l'industria e la conoscenza del 1800 provocava alle persone.