Martin Heidegger (1889 - 1976) è il maggiore esponente dell'esistenzialismo; uno dei filosofi più influenti dell'età contemporanea e della storia del pensiero nella società occidentale.
Di famiglia cattolica studia teologia a Friburgo. In seguito si allontana dal cattolicesimo e diventa assistente di Edmund Husserl e poi, nel 1928, suo successore; a lui Heidegger, l’anno precedente, ha dedicato uno dei suoi testi più famosi, Essere e tempo.
Che cos’è la metafisica e il saggio Kant e il problema della metafisica compongono la prima parte del ragionamento heideggeriano, incentrata al problema dell’essere e della sua natura.
Nell'aprile del 1933 viene nominato rettore dell’Università di Friburgo; poco dopo aderisce al nazionalsocialismo: è questa una delle pagine più controverse della storia della vita e del pensiero del filosofo.
Si dimette dal rettorato nel 1934 per proseguire l’attività di ricerca e dedicarsi ai corsi universitari (soprattutto quelli su Nietzsche, tra il 1936 e il 1940 ed editi nel 1961). Sono di questi anni importanti interventi, quali L’introduzione alla metafisica, L’origine dell’opera d’arte (1935), la conferenza a Roma intitolata Hölderlin e l’essenza della poesia (1936) e lo studio La dottrina platonica della verità (1942).
Immediatamente successiva al secondo conflitto mondiale è Lettera sull’umanismo (1946), che riprende ed innova la riflessione di Essere e tempo di quasi vent’anni prima.
Gli anni cinquanta vedono il filosofo pubblicare altri interventi quali La questione della tecnica e i Sentieri interrotti. Negli ultimi anni si ritira in una baita nell’amata Foresta Nera, dove avviene lo storico incontro con il poeta ebreo Paul Celan.
H. si spegne nel maggio del 1976.