Le metamorfosi

Benché si presenti ai nostri occhi come il classico poema lungo della tradizione, composto in esametri e diviso in 12 libri, quest’opera è tutto fuorché canonica. Ovidio, poeta di età augustea, non rientra nella cerchia di quelli che siamo soliti definire i “poeti del circolo di Mecenate”, come Virgilio o Orazio, le cui opere celebrano, sulla scia della tradizione, la figura di Augusto e la Roma imperiale. Ovidio, invece, si dedica ad un poema in cui intreccia una quantità quasi infinita di miti della tradizione greco-romana in cui è presente una metamorfosi: una serie continua di racconti mitologici che non segue alcun ordine, ma secondo quella tecnica narrativa che viene chiamata “ad incastro” nella quale un racconto ne può contenere un altro perché un personaggio del primo decide di narrare il successivo. L’effetto è labirintico perché cambia continuamente il criterio di narrazione, mai cronologico, piuttosto per contiguità spazio-temporale o per analogia o, al contrario, per polarità. Benché Ovidio ci sveli all’inizio che il suo intento è quello di spiegare, tramite le metamorfosi nel mito, le origini del mondo e di tutte le cose, con uno scopo apparentemente paideutico, in realtà la funzione dell’opera è più metaletteraria: ogni metamorfosi è metafora del processo creativo di un artista, spiegando quindi cos’è l’arte e come nasce. Ovidio, infatti, è tra i primi autori classici a non essere più interessato alla funzione sociale e morale dell’arte: per lui l’arte non è più rappresentazione della realtà oggettiva, ma qualcosa di soggettivo per l’autore e per il lettore.

Questo caposaldo della letteratura mitica costituisce la più grande raccolta di miti latini e greci che ci sia stata tramandata. Publio Ovidio Nasone parte con l’idea di riunire ordinatamente tutti i miti concernenti la metamorfosi ma, come spesso accade quando si intraprendo sentieri così impervi finisce per realizzare una mastodontica opera nella quale si susseguono vari miti come in un labirinto dove si susseguono vari corridoi e così ci ritroviamo a pelare di Licaone e l’attimo dopo di Fetonte o ancora di Artemide. Lo consiglio a tutti gli appassionati di mitologia che abbiano il tempo e la voglia di leggere una delle opere più belle e ricche di miti.