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Se non ti vedo non esisti - Levante - copertina
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Se non ti vedo non esisti

Descrizione


Anita, redattrice in una rivista di moda, è quello che tutte sognano di essere: bella, giovane, elegante e colta. Ma anche tremendamente complicata.

«Certe cose possono saperle soltanto gli occhi.»

Sua madre e sua sorella, così concrete, non capiscono da dove arrivi la sua inquietudine, quella voglia di mangiarsi ogni attimo come fosse l’ultimo e di scappare a gambe levate non appena qualcuno minaccia di metterla in gabbia. Anita però lo sa bene: quando si guarda allo specchio, le sue “mille me” – così le chiama lei – riflettono i suoi cambiamenti di umore e la incoraggiano, la contraddicono, la rimproverano quando sbaglia. Perché Anita sbaglia spesso, soprattutto quando si tratta di uomini. I suoi errori più grandi sono tre: Filippo, affascinante e indisponibile, incontrato per caso su un volo per New York; Flavio, un incrocio di sguardi che si è trasformato in passione; e poi Jacopo, il marito che le è sempre stato accanto ma ultimamente sembra non capirla più. Anita crede di amarli tutti, ma forse la verità è che la vita le sta sfuggendo di mano, come la sua immagine riflessa nello specchio. Dovrà scavarsi dentro e fare i conti con un passato ancora dolorosissimo, per imparare a prendersi cura di sé senza smettere di innamorarsi e di sbagliare: solo così potrà ricominciare a vedersi, e a esistere, davvero.
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Dettagli

2017
19 gennaio 2017
261 p., Brossura
9788817092951
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Indice

Le prime frasi del romanzo

Sono davanti allo specchio dalle sette di questa mattina.
Dopo essermi svegliata di colpo da un sogno che, per quanto mi sforzi di ricordare, non mi torna in mente, ho percorso a piedi nudi il pavimento della mia stanza da letto dritta verso il bagno.
Questo pavimento è così freddo nelle mattine torbide degli ultimi tempi, in cui anche il sogno più recente non trova la strada per la memoria e, cercando tracce della notte nel riflesso del mio specchio, non c’è modo di tirar fuori null’altro che la ripetizione ossessiva dei soliti gesti: sciacquo la faccia, lavo i denti, metto la crema idratante (ma forse è il caso di cominciare a usarne una antirughe) e poi inizio a truccarmi.
È un procedimento lunghissimo perché ogni gesto è seguito da una profonda pausa in cui mi fermo a riflettere sul nulla.
Strano riflettere sul nulla. Il mio nulla è tutto, per ogni volta in cui mi sono detta “non è nulla!” davanti a un fortissimo pugno allo stomaco, a un crampo al cuore, a un attacco d’asma illuminante, per tutte quelle volte in cui ho capito che non c’era poi una grande differenza tra la mancanza di carezze e quella di ossigeno.
Il mio nulla è un armadio dove con disattenzione ripongo cose importanti. Le butto dentro senza aprire troppo le ante, anzi ne dischiudo leggermente soltanto una e con un gesto veloce ci nascondo il mio dispiacere.
Ciao. Vai. Se rimarrai lì dentro non esisterai più qui fuori, ti lascio nell’ombra, dove non posso vederti.
Se non ti vedo non esisti.
Se non mi vedi non esisto.
E siamo rimasti così. «Non cercarmi per un po’!» mi ha detto.
E io non l’ho fatto.
È il momento del blush. Lo metto color pesca, che mi dà un po’ di vita, perché questa carnagione olivastra non mi aiuta affatto.
Occhi negli occhi. I miei occhi.
Passo il pennello morbido sugli zigomi, così mi si arrotonda il viso. Ultimamente ho l’aria sciupata di una che digiuna da giorni.
«Stai mangiando qualcosa?!» mi chiedono sempre. Certo che sì, è che mi va tutto di traverso.
Non andrei oltre con il blush perché è un attimo che divento Moira Orfei. Non sono andata oltre le sue parole. Mi sono fermata quell’istante prima della fitta al petto, quell’istante prima della lacrima che fa traboccare il pianto. Ho annuito, quello ho potuto fare.
Non ho potuto nemmeno guardarlo negli occhi quando me l’ha detto, perché me l’ha detto al telefono.
Mi chiedeva di avere pazienza e di non cercarci per un po’.
A me, che ho la fretta nel sangue e le mani nervose di chi deve sempre trovarsi qualcosa da fare, che non conosco l’attesa; e sì, moltiplicherà anche il piacere, ma mi faccio un gran piacere quando vado a prendermi le cose da subito.
Dovevo avere pazienza io, che quando si tratta di emozioni nella mia vita contemplo solo la parola adesso e che per tutto il resto rimando sempre a domani, che diventa il mese dopo, che diventa chissà quando.
Adesso, però, era arrivato il momento di andare a cercare tutte le altre cose importanti dentro all’armadio del nulla, perché in quelle parole – “non-cercarmiper-un-po’” – non c’era nessuno spazio disponibile per i miei capricci.

Valutazioni e recensioni

Karen Kouidhi
Recensioni: 5/5

Cantautrice emergente, raffinata e diretta, nonché Claudia Lagona, vero nome della ormai famosa Levante, che si immerge in questa scrittura di questo libro piuttosto scorrevole. Levante scrive questo libro poco prima del suo disco “nel caos di stanze stupefacenti”, disco che l’ha portata a girare l’Italia e l’Europa, facendo tutto esaurito in molti club e teatri. Nel suo ultimo disco appunto, la cantate ha “dedicato” una canzone alla protagonista del libro, Anita; ragazza inquieta è abbastanza complicata alle prese con dubbi e complessi morali, affettivi e amorosi da cui non può sfuggire, o meglio non riesce a sfuggire. Redattrice di una rivista di moda, si presenta come ogni ragazza vorrebbe essere, bella, giovane, intelligente e molto elegante. Nonostante queste sue belle caratteristiche nessuno riesce a capirla fino infondo, neanche i suoi cari, nessuno riesce a capire da dove proviene tutta la sua inquietudine e il volere a tutti i costi vivere ogni istante fino all’ultimo secondo. Anita però si capisce perfettamente, Anita e “le sue mille me” (canzone appunto che si trova nell’ultimo disco della scrittrice), così lei chiama tutte le immagini che vede riflesse allo specchio, che la incoraggiano, la contraddicono e la rimproverano quando commette errori. Soprattutto quando si tratta di uomini. Tre quelli della sua vita: Filippo, affascinante e indisponibile, incontrato per caso su un volo per New York; Flavio, un incrocio di sguardi che si è trasformato in passione; e Jacopo, il marito che le è sempre stato accanto ma ultimamente sembra non capirla più. Anita vive nel dubbio di amarli tutti, ma non comprende se sia la vita stessa che le sta sfuggendo di mano, proprio come la sua immagine riflessa nello specchio. Quello che la aspetta è un doloroso percorso all’inverso, verso un passato accantonato ma le cui ferite non possono essere dimenticate e che ogni volta tornano a bruciare, unico passo necessario per imparare a prendersi cura di sé senza smettere di innamorarsi e di sbagliare: solo così potrà ricominciare a vedersi, e a esistere, davvero, avendo cura di se.

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Recensioni: 4/5

Il libro parla delle sofferenze dell’amore più di quanto parli degli aspetti positivi. Non mi sono mai immedesimata troppo in Anita,la protagonista, perché è il tipo di donna molto diversa da me, seducente, donna in carriera, sempre in viaggio per lavoro e invidiata (apparentemente) da tutti. Ho letto il libro come fossi una spettatrice, alla finestra, osservando la sofferenza emotiva dei protagonisti ma mai potendo capire realmente cause e soluzioni. Levante, nome d’arte di Claudia Lagona, è una cantautrice italiana che a me piace molto. Questo è il suo primo romanzo, un libro leggero che racconta le vicissitudini sentimentali di Anita B. una giornalista di moda di successo. La trama gira intorno alla sua vita e soprattutto racconta della fine del suo matrimonio con Jacopo e la sua voglia di evasione dalle problematiche del rapporto con il marito che lei trova troppo soffocante e piatto; la ricerca di un equilibrio sentimentale e il desiderio di un riscatto affettivo porterà la protagonista a conoscere due tipi di uomini molto diversi tra loro, ma che risulteranno in realtà deleteri per la sua voglia di tranquillità. Il libro secondo me è ben scritto poiché l’autrice usa spesso metafore da linguaggio cantautorale quasi come in alcuni momenti si stesse leggendo il testo di una canzone e questa cosa mi piace, non ho trovato però il romanzo così interessante da consigliarlo a chi non conosca Levante proprio perchè la protagonista è molto distante dal mio stile di vita e di altre donne che conosco; leggendo il romanzo mi sono chiesta più di una volta se invidiare Anita per la sua bellezza e per il successo lavorativo o se ritenermi fortunata a non vivere tutti i suoi disagi affettivi. Non ho ancora trovato una risposta giusta, mi chiedo però quante donne come Anita esistano e quanto lei in realtà sia distante dalla vita delle donne comuni, coloro che non hanno una vita sotto i riflettori, che vogliono avere relazioni stabili e una vita equilibrata, tra rapporto affettivo con il partner, lavoro e una propria identità di donna emancipata.

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Recensioni: 5/5

Amo Levante. Ma non era scontato che amassi il suo romanzo. Infatti nonostante si dica sempre ‘mai giudicare un libro dalla copertina’ all’inizio per me era difficile non aspettarmi la solita storiella da young adult con frasi struggenti e protagoniste inebetite. Una copertina rosa con una ragazza con la testa letteralmente fra le nuvole, non era un buon inizio. Ma (per fortuna oserei dire) ho adorato questo romanzo. Tratta temi molto importanti senza ricadere mai nella banalità e nell’esagerazione. Anita B., la protagonista è una donna come tante altre, in lotta costante con le sue mille sé. Consiglio questo libro a tutte le ragazze in cerca della loro identità ma anche a tutte le donne, per ricordarsi che non è mai troppo tardi per prendersi cura di sé.

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Recensioni

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Recensioni: 4/5
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Levante

1987, Caltagirone

è il nome d'arte di Claudia Lagona, cantautrice di origini siciliane trapiantata a Torino. Dall'esplosivo esordio di Alfonso (2013) che ha scalato le classifiche non si è più fermata: i suoi primi due album Manuale Distruzione (2014) e Abbi cura di te (2015), le hanno fatto conquistare i cuori di un pubblico crescente e i più importanti palchi d'Italia. Nel 2017 pubblica con Rizzoli Se non ti vedo non esisti, il suo primo romanzo. Altre sue pubblicazioni: Questa è l'ultima volta che ti dimentico (Rizzoli, 2018) e E questo cuore non mente (Rizzoli, 2021).

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